(ANSA) - VENEZIA, 21 GEN - Il Sistema camerale veneto perderà
altri 500 mila euro all'anno, che la Legge di Bilancio 2020
obbligherà a versare allo Stato; si tratta di una cifra che va a
sommarsi ai 5 milioni che già il Sistema camerale veneto si vede
prelevare forzosamente dal 'tagliaspese' nonostante le funzioni
e i compiti attribuiti siano aumentati.
I versamenti - afferma in una nota Unioncamere Veneto - hanno
comportato un prelievo forzoso di 40 milioni complessivi.
Nell'ultimo decennio il Sistema camerale ha già fatto fronte
alla riduzione del diritto annuo versato alle Camere (dal 2017
-50%) e alla riforma che ha previsto riduzione e accorpamento
degli Enti, obbligo anticipato con gli accorpamenti volontari
delle Camere di Commercio di Venezia-Rovigo (prima in Italia) e
di Treviso-Belluno (terza in Italia).
Domani si terrà la prima udienza del ricorso della Cciaa
Venezia-Rovigo con lo Stato. "Abbiamo dovuto ricorrere alla
giustizia - afferma Mario Pozza, presidente di Unioncamere
Veneto - perché la politica non ha capito che i soldi servono
alle imprese. Le Camere di Commercio sono in evidente difficoltà
nelle proprie attività di sostegno al sistema imprenditoriale
dopo il taglio del diritto annuale con un meno 50% delle risorse
a disposizione. Oltre al fatto che il Governo non ha valutato
l'impatto negativo che avrebbe avuto la riforma sul sistema
economico nazionale. Il Veneto come sempre alle lamentele
preferisce proposte costruttive, e anche stavolta il nostro
Sistema camerale ne avanza una allo Stato: destinare le somme
corrispondenti ai risparmi realizzati a programmi d'intervento
per la competitività e la crescita delle imprese nel quadro
delle competenze, molte nuove, riservate alle Cciaa". (ANSA).