(ANSA) - PERUGIA, 10 OTT - La Camera di commercio di Perugia,
in collaborazione con l'organismo di Deputazione della Borsa
merci, ha riunito in un convegno gli attori del settore
cerealicolo perugino per analizzare lo stato del mercato in
Italia e nel mondo.
Un confronto aperto tra esperti, ricercatori, rappresentanti
delle associazioni dei produttori, esponenti degli enti sugli
scenari della campagna cerealicola in corso, sulle possibili
prospettive delle produzioni e dell'andamento dei prezzi. Con
l'obiettivo - spiega la Camera di commercio in una nota - di
fornire alle aziende strumenti conoscitivi, indicazioni e
informazioni tecniche ed operative "per una maggiore
consapevolezza delle opportunità offerte dal settore della
cerealicoltura, così da approdare ad un più alto livello di
competitività in un contesto operativo di riferimento, i cui
confini sono oramai di dimensioni mondiali".
Moderato da Francesco Martella, vice presidente della
Deputazione Borsa merci di Perugia, il convegno ha proposto le
relazioni di Bruno Diano, presidente del comitato Borsa merci
che ha parlato della "Borsa Merci di Perugia: storia, mission e
servizi". A seguire gli interventi di Angelo Frascarelli,
professore dell'Università degli Studi di Perugia, dipartimento
di Scienze agrarie, che ha affrontato il tema "Cerealicoltura
tra Pac e agricoltura Smart".
Stefano Serra, consulente commerciale import-export, ha
sviluppato la tematica "Le produzioni di frumento duro e tenero:
situazione e prospettive del mercato italiano e mondiale",
mentre Marcello Guiducci, professore dell'Università degli Studi
di Perugia, dipartimento di Scienze agrarie, ha presentato una
relazione su "Tecnica agronomica, i punti salienti per una
produzione di qualità".
"Non mutano i fondamentali per i cereali di origine
nazionale, anche se la sensazione è per una possibile ripresa
soprattutto per grani con caratteristiche superiori. L'offerta è
ben presente ma non pressante a fronte di richieste, sia sul
pronto che sul breve-medio termine, dettate da un maggiore tono
dei prezzi dei 'rimpiazzi' comunitari ed esteri": Stefano Serra,
consulente commerciale import-export, ha sintetizzato così lo
stato delle produzioni di frumento, sia duro che tenero, e le
prospettive a livello mondiale e nazionale. "Cosa c'è da
aspettarsi"? La risposta di Serra: "In Italia la campagna
agricola in atto lascia prevedere un calo del grano duro a
favore del grano tenero e produzioni di mais e orzo stabili. I
Consumi di grano Italia appaiono invariati. Più complesso il
deficit strutturale da colmare".
"Per i cereali, affrontiamo il quarto, quinto anno di prezzi
bassi. E ci si chiede se in Umbria avremo ancora la possibilità
di fare grano tenero e grano duro" la considerazione "shock" che
il prof. Angelo Frascarelli ha utilizzato per arrivare senza
giri di parole al centro del problema. "Detto che la partenza
del nuovo settennato della Pac (Politica agricola comune) slitta
di un anno, al 2022 - ha aggiunto -, e che l'Italia subirà un
taglio delle risorse del 9,2%, possiamo comunque continuare a
contare sul supporto determinante della Pac. Che in Umbria copre
il 62% del reddito dei coltivatori. Una condizione che ci pone
ben al di sopra della media Italia attestata al 28%. E la Pac
che sta nascendo avrà la responsabilità di favorire
l'affermazione dell'agricoltura smart. Una scommessa decisiva".
"Occorre capire, infatti - ha detto Frascarelli - che oggi il
problema non è quanto si produce, bensì quanto viene pagato il
prodotto, cioè il valore effettivamente riconosciuto dal
mercato". Senza dimenticare che nel frattempo siamo passati
dall'agricoltura tradizionale a quella industriale, a quella
multifunzionale e sostenibile fino al 2015. E che siamo già
entrati nell'era dell'agricoltura smart, in cui il reddito di
una coltura non è più definito dalla quantità, né solo dalla
qualità, ma dalla rispondenza alle attese dei consumatori".
Frascarelli ha fornito un quadro in cui l'aggettivo chiave è
biologico. "Sfamare il mondo - ha sottolineato ancora - è
compito dell'agricoltura industriale, noi possiamo puntare su
chi può permettersi prodotti più elitari. Insomma mettersi a
fare, sempre di più, pane e pasta da ricchi".
Sul piano tecnico, ha sviluppato questi temi, Marcello
Guiducci, professore ordinario all'Università di Perugia,
dipartimento di Scienze Agrarie, che ha proposto una relazione
su: "Tecnica agronomica, i punti salienti per una produzione di
qualità".
Strumento decisivo per l'attività svolta in provincia di
Perugia dei produttori cerealicoli è la Borsa merci della Camera
di commercio di Perugia, la cui Deputazione dal 1961, elabora un
listino che settimanalmente quota il prezzo minimo dei cereali.
"Questa è la caratteristica che ci ha sempre distinto - ha
ricordato il presidente Bruno Diano -: la Borsa merci di
Perugia, quota il prezzo minimo che deve essere riconosciuto al
coltivatore. Senza ombra di dubbio, a prescindere dai volumi e
quindi dalle dimensioni siamo una delle Borse merci più
importanti d'Italia".
Mario Pera, segretario generale della Camera di commercio di
Perugia, si è soffermato, in particolare, sull'attività svolta
dalla Borsa merci di Perugia e dal suo Comitato. "E' il luogo
istituzionale di incontro - ha detto - tra operatori economici
per lo svolgimento delle contrattazioni aventi ad oggetto
prodotti agricoli, agroalimentari e zootecnici. Il servizio si
rivolge a imprenditori operanti nella produzione, trasformazione
e intermediazione di cereali e prodotti affini e derivati, oli,
vini, uve oltre ad animali da cortile, bovini e suini".
Il listino di Borsa è consultabile on-line al sito
www.pg.camcom.gov.it. (ANSA).