(ANSA) - TERNI, 1 APR - "Chiederemo a chi ci governa non solo
di restare autonomi, ma anche una revisione complessiva della
norma che ci consenta una sostenibilità finanziaria e che vada
in direzione di una attenzione alle specificità dei territori":
così il presidente della Camera di commercio di Terni, Giuseppe
Flamini, ha commentato in una conferenza stampa la sentenza del
Tar del Lazio che ha accolto il ricorso dell'ente contro la
fusione con Perugia.
Il tribunale amministrativo ha dichiarato "rilevante e non
manifestatamente infondata la questione di legittimità
costituzionale" riferita all'articolo 10 della legge Madia,
rimandando dunque alla Corte costituzionale perché si pronunci
sulla legittimità della norma.
Il punto centrale, secondo Flamini "è che il Tar del Lazio
pone in dubbio la madre della riforma del sistema camerale,
mettendo in discussione l'intero impianto".
Oltre a quella di Terni hanno presentato ricorso altre cinque
Camere di commercio, ma "sono ormai 20 in Italia - ha precisato
ancora il presidente - ad aver fatto proprie le nostre
richieste". In attesa del pronunciamento della Corte
costituzionale, che dovrebbe arrivare al massimo tra 18 mesi,
mercoledì è in agenda l'incontro con il presidente nazionale di
Unioncamere e i ricorrenti, mentre il 18 aprile si terrà
l'assemblea nazionale di Unioncamere alla quale dovrebbe
partecipare anche il ministro Luigi Di Maio.
"La Camera di commercio - ha sottolineato ancora Flamini - è
un'istituzione pubblica amministrata dai rappresentanti di
impresa e si deve solo alla sua giunta e al suo consiglio se la
fusione con la Camera di commercio di Perugia non è avvenuta;
questa istituzione non può essere cavallo di battaglia per
nessun soggetto politico. Rispettiamo e dialoghiamo con tutte le
istituzioni ma senza fare politica, con l'unico interesse di
lavorare a servizio delle imprese e del territorio per la loro
crescita. Per questo stiamo lavorando a stretto contatto con i
rappresentanti politici locali e nazionali espressi dal
territorio". (ANSA).