(ANSA) - VERONA, 14 MAR - Verona tiene le posizioni
nell'export relativo al 2018, con un un aumento dell'1,2%
rispetto al 2017 a 11,4 miliardi, ma non raggiunge le
performance del Veneto (+2,8%) e dell'Italia (+3,1%).
Il dato emerge dalle elaborazioni della Camera di commercio
di Verona, rese note oggi. Riguardo ai mercati di destinazione,
il calo della Germania è compensato dalla crescita di Francia,
Spagna, Belgio, Paesi Bassi, Cina, Canada Slovenia e Grecia.
Nonostante la Brexit, il Regno Unito rimane in terreno positivo.
Sono in calo le esportazioni in Austria e Svizzera, nei paesi
dell'Est Europa e in Russia.
Il dato complessivo è trainato dal settore del tessile
abbigliamento, il cui export cresce del 22% e con 1,2 miliardi
di euro pesa per il 10,6% sul totale complessivo delle vendite
estere. Il fashion system, che considera anche le calzature, in
aumento dell'1,7% a 377,3 miliardi di euro, è il terzo comparto
dell'economia scaligera con un 13,9% di quota delle
esportazioni. Continua la crescita dei macchinari, in aumento
del 5,8% a +2,4 miliardi. La meccanica, inclusa la
termomeccanica che sta riprendendo competitività, pesa per il
22%. In calo l'agroalimentare, che rappresenta il 26,6% delle
vendite estere scaligere con un -0,5% a 1,5 miliardi, il vino
presenta un analoga stagnazione a 984,4 milioni. Preoccupante
la competitività dell'ortofrutta che perde un 10,4% a 536,5
milioni, così come il marmo.
"L'economia veronese è sana e tiene ancora il timone ben
saldo verso la crescita - commenta il Presidente della Cciaa
Giuseppe Riello - ma si moltiplicano i segnali macroeconomici
preoccupanti, dalle previsioni del Pil all'andamento altalenante
dell'export anche e soprattutto sui mercati di destinazione
principali delle imprese scaligere, quelli europei. I cicli
economici sono sempre più brevi. Le nostre imprese, le
multinazionali tascabili non sono ancora pronte a rincorrere le
economie in crescita, non a caso l'export negli altri Paesi,
oltre i primi 20, rimane stabile e non cresce".
(ANSA).