(ANSA) - MILANO, 30 SET - La terra, i suoi prodotti ed i
manufatti simbolo della dieta Mediterranea ai giovani piacciono
sempre di più. Lo ha accertato una ricerca Unioncamere
-InfoCamere presentata nell'ambito del Villaggio Coldiretti,
l'iniziativa in corso a Milano. Secondo l'analisi, a fine giugno
2017 sono poco meno di 57mila le imprese agricole e dell'
industria alimentare guidate da under 35, il 6,8% in più del
2016. La loro diffusione è tanto più significativa considerando
l'andamento complessivo del settore che continua a perdere
qualche tassello: 812.834 imprese agroalimentari totali
registrate alla fine di giugno scorso, 2.481 in meno rispetto a
giugno 2016).Grazie a questo loro "ritorno alla terra",
l'impresa giovanile agroalimentare aumenta la sua incidenza sul
totale, arrivando a rappresentare il 7% del sistema produttivo.
Il Mezzogiorno, con la Sicilia al primo posto, è l'area del
Paese in cui i giovani imprenditori fanno sentire di più la
propria presenza: più di 30mila quelli registrati a fine giugno
scorso, l'8,1% del totale delle imprese del settore.
A contendersi le prime 10 posizioni della classifica delle
province sono 8 realtà meridionali e due piemontesi. Sul podio,
Bari, Salerno e Foggia, seguite da Nuoro. Al quinto posto Cuneo,
che batte di un soffio Catania. Quindi, Cosenza, Sassari, Torino
e Potenza. Sul fronte opposto della classifica per numero di
imprese under 35, Trieste, Gorizia, Prato, Rimini, Monza e
Brianza, Lodi e Verbano Cusio Ossola, tutte realtà in cui queste
attività non raggiungono il centinaio.
Nuoro, Crotone, Massa Carrara, seguite da Belluno, Verbano
Cusio Ossola e Sondrio sono invece le province in cui le imprese
under 35 "pesano" di più sul totale delle attività del settore.
A Nuoro i giovani rappresentano addirittura il 16,5% degli
imprenditori agroalimentari della provincia, a Crotone il 12,9%,
a Massa Carrara il 12,7%. Poco rappresentata la componente
giovanile nel settore agroalimentare, invece, a Rimini, Ravenna
e Ferrara, dove le imprese giovanili non raggiungono il 3% del
totale dell'impresa agroalimentare locale.(ANSA).