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Sindaci Ascoli, Macerata, Fermo contro ipotesi unica Cciaa

Dopo sisma indispensabili almeno due enti camerali

(ANSA) - ANCONA, 16 FEB - Dicono no ad un'unica Camera di Commercio regionale i sindaci di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, che si schierano per una doppia presenza camerale, Marche nord e Marche sud, soprattutto in vista del posto terremoto. "Il tentativo di centralizzazione su Ancona ha prodotto solo fallimenti, vedi l'esempio dell'Azienda sanitaria unica - attacca il primo cittadino di Ascoli Piceno Guido Castelli -, capiamo che il sistema camerale vada asciugato, ma il problema non è dove collocare la poltrona ma quali sono i servizi e le politiche per l'economia e per le aziende di tre distretti differenti dal resto delle Marche, con Ascoli Piceno, in particolare, che vive una crisi industriale complessa. Non abbiamo bisogno di un'Asur delle imprese ma di una politica industriale per il territorio che non abbiamo ancora visto".
    ''Ormai - aggiunge Castelli - ci sono due Marche, quelle inserite nel cratere del terremoto e quelle fuori. Condividendo la necessità del risparmio, decidiamo che le due Camere di commercio debbano costare quanto un'unica regionale. Non si può, però, agire con la stessa sensibilità sul doppio binario di una regione divisa in due, in cui una parte impiegherà almeno dieci anni per rinascere". Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ricorda che "i distretti produttivi di Ascoli, Fermo e Macerata sono più simili fra loro rispetto a quelli del resto della regione. La nostra economia non si può permettere una distanza da questa istituzione" e questo, rimarca, "ancora di più adesso, in questa fase post terremoto''. La doppia Camera è anche per il sindaco di Macerata Romano Carancini ''la scelta necessaria per territori che per dimensioni e vocazioni sono diversi rispetto agli altri. Oggi più che mai, dobbiamo affrontare le conseguenze di un evento drammatico, che ha sconvolto l'economia di Macerata, Ascoli e Fermo. Abbiamo bisogno di una Camera di Commercio che abbia occhi e orecchie sul posto, con una capacità reale di collegamento alle necessità di un tessuto imprenditoriale che dovrà affrontare una rinascita che potrebbe anche durare una ventina d'anni, come ci ha dimostrato quanto è successo con il sisma del 1997".
   

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