(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 7 DIC - Anche la provincia di
Reggio Calabria mostra segni di inversione di tendenza nei
risultati economici. Lo rivela l'ultimo rapporto sull'andamento
economico della provincia redatto dalla Camera di Commercio.
Nel Rapporto 2016 sull'andamento dell'economia della
provincia reggina si distinguono soprattutto i comparti del
manifatturiero e del terziario: il valore aggiunto è cresciuto
nel 2015 dello 0,4%, dopo il +1,1% dell'anno precedente. Il
valore di ricchezza pro-capite si attesta a 15.457 euro, poco
più della media regionale, inferiore di 1.350 euro rispetto al
valore pre-crisi.
In crescita, anche se lieve, anche il tessuto
imprenditoriale: con uno stock di imprese attive pari a 44.264
unità, la provincia di Reggio Calabria, nel primo semestre del
2016, mette a segno un +1,7%. In ulteriore calo, tuttavia, sono
le imprese artigiane (-0,7%), le più penalizzate dalla
recessione degli ultimi anni.
Quanto alla composizione del tessuto produttivo, il commercio
rimane il settore più importante dell'economia reggina, con
oltre un terzo delle imprese registrate. Seguono l'agricoltura
(14,8% di imprese) e quello delle costruzioni (10,7%), mentre il
comparto manifatturiero rappresenta il 7,6% del totale delle
imprese. Si conferma poi il ruolo delle nuove leve
dell'imprenditoria: anche se le imprese straniere sono meno
diffuse rispetto alla media italiana (l'8,6% del totale), quelle
femminili (24,1%) e quelle giovanili (14,2%) assumono
un'incidenza particolarmente marcata.
Malgrado questi dati, però, l'occupazione resta ferma. Le
persone che hanno un lavoro sono 133 mila, corrispondenti ad un
tasso di occupazione del 36,2%, in riduzione rispetto alla media
del 2015. E scoraggianti risultano le prospettive per i giovani.
Circa metà della forza lavoro con meno di 35 anni, infatti,
risulta senza impiego.
Lo scenario analizzato, già fragile economicamente, è ancor
più condizionato dalla piaga dell'illegalità "che peggiora - è
scritto nel rapporto - le prospettive di crescita del
territorio. I reati di matrice economica rappresentano, nel
2014, il 18,8% del totale di quelli denunciati: un'incidenza più
elevata non solo rispetto alla media italiana (14%), ma anche a
quella regionale (17,8%), che colloca Reggio Calabria al 14esimo
posto nella graduatoria delle province per incidenza dei reati
economici. Rispetto alla media nazionale, molto diffusi sono le
frodi e i delitti informatici (47,1% del totale) e i reati spia
della presenza di criminalità organizzata quali minacce,
estorsioni e usura (30,6%).