(ANSA) - ROMA, 1 MAR - "Sono qui per continuare un dialogo,
iniziato molti anni fa, con un paese che si chiede come si possa
fare per inquinare di meno, per mangiare meglio, per ridurre il
ritmo frenetico delle nostre giornate, per mettere in
discussione un'idea distorta di progresso e di tecnologia che ci
ha resi schiavi". Lo scriveva anche Gino Girolomoni, fondatore
della storica cooperativa marchigiana del biologico bio
Girolomoni, nel suo diario durante un viaggio in Giappone nel
2007.
L'export è da sempre strategico per la Girolomoni, con una quota
dell'85% sugli oltre undici milioni di fatturato della
cooperativa marchigiana. Germania, Usa, Francia e Spagna sono
fra i principali paesi di destinazione del prodotto bio
Girolomoni. Anche il Giappone è un mercato importante e in
crescita, con un fatturato annuo di circa 400 mila euro e oltre
400 punti vendita serviti.
I prodotti che la cooperativa italiana esporta in Giappone,
oltre naturalmente la pasta, sono olio extra vergine di oliva,
aceto balsamico di Modena, passata e sughi di pomodoro, tutti a
marchio Girolomoni.
In questi giorni una delegazione della Gino Girolomoni
Cooperativa Agricola, composta dal Presidente Giovanni Battista
Girolomoni, dal Direttore Generale Gian Luca Bettarelli e dallo
chef della Locanda Girolomoni, Andrea Marzoli, è tornata in
Giappone per ringraziare della fiducia il partner giapponese
Sokensha, azienda di distribuzione, e gettare le basi per una
collaborazione futura commerciale ancora più florida,
festeggiando insieme 10 anni di attività.
"Il nostro progetto insieme a Sokensha è nato per distribuire
in Giappone i cibi biologici che produciamo in Italia - afferma
Giovanni Battista Girolomoni, Presidente della cooperativa
italiana - nonché per sostenere e difendere un biologico che
abbia anche un'anima e non solo un prezzo".(ANSA).