(ANSA)- VENEZIA, 18 FEB - Le assenze per malattia nel pubblico
impiego rilevate nel 2015 hanno interessato il 57% degli
occupati (poco più di 1 dipendente su 2); nel privato il 38%(più
di 1 dipendente su 3). La durata media annua dell'assenza per
malattia dal lavoro è poco superiore nel privato (18,4
giorni)che nel pubblico (17,6 giorni). Lo riscontra la Cgia
dall'analisi dei dati Inps. Tra il 2012 e il 2015, in tutte le
regioni d'Italia sono in aumento le assenze nel pubblico(+11,9%
dato medio nazionale), con punte che superano il 20% in Umbria e
Molise. Nel privato,in 9 regioni c'è un calo: in Calabria e in
Sicilia addirittura del 6%. Nel periodo analizzato il dato medio
nazionale è salito solo dello 0,4%. Dei 5 mln di eventi di
assenza registrati nel 2015 nel pubblico impiego,il 62% circa
dei dipendenti del Centro-Sud. Dei quasi 9 mln di assenze
registrate nel privato nel 2015, il 57% è al Nord. Nel 2015 le
sospensioni sono state 1.690 e 1.334 nel 2014. I licenziamenti,
invece, nel 2015 sono saliti a 280 (+53 sul 2014).
Dei 5 milioni di eventi di assenza registrati nel 2015 in Italia
nel pubblico impiego, il 62% circa è riconducibile ai dipendenti
del Centro-Sud. La situazione,
invece, si capovolge quando analizziamo i dati relativi al
privato. Dei quasi 9 milioni di assenze registrate nel 2015, il
57% è imputabile agli occupati del Nord. Quando si affronta il
capitolo dei provvedimenti disciplinari adottati nei confronti
dei lavoratori del pubblico si nota un aumento tendenziale delle
sospensione dai luoghi di lavoro. Secondo i criteri del
Dipartimento per la Funzione Pubblica nel 2015 gli interessati
sono stati 1.690 e 1.334 nel 2014. I licenziamenti, invece, nel
2015 sono saliti a 280 (+53 sul 2014). Di questi 280 (meno dello
0,01% del totale degli occupati nel pubblico impiego), 108 sono
stati lasciati a casa per assenze ingiustificate o non
comunicate, 94 per reati, 57 per negligenza, 20 per doppio
lavoro e 1 per irreperibilità a visita fiscale.
"E' evidente - dichiara Paolo Zabeo della Cgia - che non
abbiamo alcun elemento per affermare che dietro questi numeri si
nascondano forme più o meno velate di assenteismo. Tuttavia
qualche sospetto c'è. Se in Calabria, ad esempio, tra il 2012 e
il 2015 le assenze per malattia nel settore pubblico sono
aumentate del 14,6%, mentre nel privato sono scese del 6,2%, è
difficile sostenere che ciò si sia verificato perché i
dipendenti pubblici di quella regione sono più cagionevoli dei
conterranei che lavorano nel privato". (ANSA).