(ANSA) - ROMA, 02 GIU - La Siria è afflitta ancora dalla
crisi a causa delle sanzioni. Lo sottolinea mons. Samir Nassar,
arcivescovo maronita di Damasco. "Giorno e notte le famiglie
devono mettersi in coda in una serie di file interminabili" per
procurarsi il cibo. "Questa scena caotica è diventata la norma",
racconta il prelato alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa
che Soffre. Per mons. Nassar le sanzioni internazionali sono uno
dei principali fattori che hanno determinato l'attuale crisi.
"Le leggi estere che penalizzano gli Stati e le persone che
osano inviare aiuti in Siria si aggiungono alle ingiuste
sanzioni e moltiplicano la carenza di beni".
Una combinazione di fattori, tra cui sanzioni internazionali
e il crollo finanziario del Libano, principale partner
commerciale, ha portato a un'impennata dei prezzi alimentari.
Prima dell'inizio del conflitto nel 2011, una pagnotta da 2 kg
costava circa 15 lire siriane; oggi una pagnotta da 1 kg costa
tra le 100 e le 500 lire siriane. Nel febbraio 2020 il governo
siriano ha introdotto le "smart card" che consentono alle
famiglie l'accesso, a prezzi agevolati, a quantità razionate di
beni di prima necessità, tra i quali pane, riso e tè. Per
ottenere questi beni devono tuttavia aspettare in lunghe file,
spesso per diverse ore. Per tutti questi motivi, prosegue il
prelato, la comunità internazionale deve assumersi la sua parte
di responsabilità per la situazione attuale. Mons. Samir ha
spiegato anche che l'attuale situazione non consente ai siriani
di iniziare a superare la guerra. Anche per l'arcivescovo
cattolico greco-melchita di Aleppo, mons. Jean-Clément Jeanbart,
"le sanzioni non hanno altro risultato che far soffrire le
persone e renderle povere e miserabili. Non avranno alcun
effetto sul governo e sulle sue politiche, perché il governo è
lontano dagli effetti delle sanzioni".
Dall'inizio del conflitto in Siria Acs - rende noto la stessa
fondazione pontificia - ha assicurato aiuti di emergenza
offrendo pacchi viveri, latte e medicine, e ha sostenuto costi
di prima necessità, inclusi riscaldamento e illuminazione, dando
la priorità ai più poveri, ai malati e agli anziani. (ANSA).