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Chiesa Venezuela,siamo in mirino governo

'Il regime non vuole negoziare, usa dialogo per prendere tempo'

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 9 LUG - "Si può dire che la Chiesa venezuelana sia perseguitata? Di sicuro non si può dire che non lo sia". Così dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre il cardinale Baltasar Porras, arcivescovo di Merida, amministratore apostolico di Caracas e presidente di Caritas Venezuela. Incontrando una delegazione della Fondazione pontificia nella capitale venezuelana, il porporato denuncia le fortissime pressioni, limitazioni e finanche intimidazioni messe in atto dal governo Maduro nei confronti della Chiesa locale.
    "Vi sono delle restrizioni ai danni delle scuole cattoliche, che paiono avere lo scopo di costringere la Chiesa a chiudere i propri istituti. Inoltre da anni gli operatori e i rappresentanti di organizzazioni benefiche come la Caritas subiscono minacce verbali e aggressioni". In un Paese in cui ormai "tutte le istituzioni pubbliche e private sono state distrutte", la Chiesa è l'unico punto di riferimento di una popolazione allo stremo. "Siamo vicini alla gente e presenti ovunque ci sia bisogno. Inoltre la Chiesa è l'unica ad avere il coraggio di sottolineare le mancanze di questo regime. Gli altri attori sociali non osano parlare di questa crisi, perché il governo li minaccia, chiude i media e attacca le aziende".
    Il porporato parla apertamente delle drammatiche condizioni in cui versa la popolazione. "Viviamo una situazione atipica e senza precedenti, che non è effetto di un conflitto armato, né di una catastrofe naturale, ma che ha degli effetti del tutto simili a quelli di una guerra". Il cardinal Porras pone anche l'accento sull'inedita realtà del massiccio esodo di venezuelani, mai verificatosi in simili proporzioni. "Sono già emigrati quattro milioni di cittadini".
    Poche le speranze, nonostante i colloqui delle scorse settimane ad Oslo e quelli previsti alle isole Barbados nei prossimi giorni. "Bisogna capire che negli ultimi vent'anni, quando il governo è stato in difficoltà, ha più volte fatto appello al dialogo, ma al solo scopo di prendere tempo. Perché il governo non ha la sincera volontà né di negoziare né concedere nulla", conclude il cardinale venezuelano.(ANSA).
   

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