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Sarà beato mons.Angelelli, il Romero d'Argentina

Papa riconosce il martirio del vescovo assassinato dai militari

   "Miei cari fratelli, con grande gioia voglio comunicarvi che il Santo Padre Francesco ha autorizzato in queste ore la pubblicazione del decreto che riconosce il martirio in odio alla fede, subito dal vescovo Enrique Angelelli, dai padri Carlos Murias e Gabriel Longueville, e dal laico Wenceslao Pedernera. Nell'approssimarci ai 50 anni dall'inizio del ministero pastorale a La Rioja di Mons. Angelelli, viviamo questo importante passo verso la prossima beatificazione dei nostri martiri di La Rioja". Inizia così la lettera che mons. Marcelo Daniel Colombo ha indirizzato ieri, solennità del Sacro Cuore di Gesù, ai fedeli della diocesi argentina di La Rioja, di cui è amministratore apostolico, annunciando la notizia attesa da tempo.

    Il vescovo sottolinea le parole "calde e paterne" con cui papa Francesco gli ha annunciato la notizia, invitandolo ad iniziare al più presto i lavori per la prossima beatificazione. "Molto commosso nel darvi questo annuncio tanto atteso, ringrazio Dio che ci ha permesso come diocesi e insieme ai frati francescani conventuali, di accompagnare questo processo canonico che ha messo in risalto la nobiltà della dedizione dei nostri martiri, testimoni con il loro sangue del Regno di Dio", scrive ancora il vescovo, informando che nelle prossime settimane verranno forniti i dettagli della beatificazione.

    Mons. Enrique Angelelli (1923-1976), figlio di emigranti italiani, vescovo di La Rioja, da molti indicato come "il Romero d'Argentina", è stato uno dei più noti vescovi del Paese, che non nascose la sua contrarietà alla dittatura. Tra le sue parole che vengono ricordate, affermava spesso: "Stare sempre con un orecchio rivolto al popolo e l'altro verso il Vangelo". Noto per l'impegno accanto a poveri e lavoratori, morì in un incidente d'auto simulato, il 4 agosto 1976, poco dopo l'instaurarsi della dittatura militare. Dopo 38 anni, il 4 luglio 2014, due alti ufficiali sono stati condannati all'ergastolo per l'omicidio, gli stessi che qualcuno aveva visto sparare il colpo di grazia alla testa del vescovo dopo la simulazione dell'incidente. Per decenni le autorità avevano sostenuto che la morte fosse stata accidentale. Nel 2015 è stata aperta la fase diocesana della causa di beatificazione, conclusa un anno dopo.

    Padre Carlos Murias, giovane francescano conventuale nativo di Cordoba, operava nella diocesi di La Rioja, e il vescovo Angelelli lo aveva inviato a prestare servizio fra i poveri di Chamical. Era controllato dai militari e guardato con sospetto, per l'impegno in difesa dei contadini, e lui era consapevole del rischio che correva. Il 18 luglio 1976 un gruppo di uomini, che si presentarono come poliziotti, lo prelevarono dal convento di alcune monache dove si trovava con una scusa. Il parroco di Chamical, don Gabriel Longueville, fidei donum francese, che era con lui, non volle lasciarlo solo. Entrambi sparirono. I loro corpi furono ritrovati in mezzo a un campo due giorni dopo, atrocemente torturati prima di essere fucilati. Padre Carlos aveva 30 anni e don Gabriel Longeville 45.

Wenceslao Pedernera, contadino, organizzatore del Movimiento Rural Catolico, venne assassinato nella sua abitazione da quattro uomini incappucciati che aprirono il fuoco contro di lui, davanti alla moglie e alle figlie, il 25 luglio 1976. Trasportato in ospedale, dove morì poco dopo, pronunciò parole di perdono per i suoi assassini e raccomandò alla moglie di non portare rancore.
   

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