(ANSA) - ROMA, 29 MAG - "Come si riattiva un Paese? Con
incentivi, ma quando i soldi finiranno? Quali parole utilizzare
per rilanciare un sogno, rispetto alla deframmentazione? La
politica deve rappresentare tutti, non accontentare. C'è troppa
tecnocrazia e troppo corporativismo, troppe scelte appiccicate
per accontentare tutti. Bisogna tornare ai principi di
sussidiarietà, solidarietà e coesione sociale per rilanciare un
nuovo modello di produzione. La società e gli enti intermedi
come a famiglia, le associazioni, le Chiese devono
responsabilizzarsi per un progetto condiviso, altrimenti gli
slogan della politica ci disgregheranno, invece di unirci". Lo
afferma il gesuita padre Francesco Occhetta in un appello alla
politica pubblicato da Sec Newgate, agenzia di comunicazione
internazionale.
"Occorre ribilanciare il rapporto tra la cultura e la
natura", sottolinea ancora lo scrittore e giornalista.
"Cambieranno le distanze fisiche - continua Occhetta - ma
dobbiamo essere attenti a distinguere la distanza fisica dalla
distanza sociale. Questa la potremmo vivere in due modi:
considerare l'altro un pericolo e un nemico, vivere sempre più
soli, oppure capire cosa vorrà dire prossimità e compassione. È
la politica del dono che creerà nuovi lavori e nuove visioni,
altrimenti il rischio sarà che pochi forti governeranno i
molti". "Tra lo Stato e questo mercato c'è una sola soluzione -
conclude padre Occhetta - più comunità pensanti che ridano
umanità e solidarietà tra noi".(ANSA).