(ANSA) - ROMA, 28 AGO - "Quante volte le nostre parrocchie si sono arroccate su false sicurezze di benessere pastorale, sul 'si è sempre fatto così'. Quante volte ci siamo chiusi per pochi eletti, credendo di avere tutto e evitando di percorrere le strade della vita quotidiana...". E invece la Chiesa deve aprirsi alle "novità". Lo ha detto il cardinale Angelo De Donatis nel corso delle celebrazioni a Lourdes dove la diocesi di Roma è in questi giorni in pellegrinaggio.
Il vicario del Papa ha sottolineato che è errato "credere che posso santificarmi senza gli altri. Niente di più sbagliato. Siamo qui insieme, siamo comunità. Gli altri non sono mai come li vorrei, ma neanch'io sono come mi vorrebbero gli altri, ma siamo qui, noi, sono queste le nostre famiglie, le nostre comunità, i nostri preti, i nostri laici. Hanno tutti i loro difetti, ma anche tante ricchezze che io non ho. Se vogliamo ripartire come diocesi di Roma dalla grotta di Lourdes occorre farci poveri gli uni gli altri". Poi la preghiera: "Fa' che le nostre comunità possano sentire il grido di tanti che attendono amore e giustizia".
Oggi nella messa il cardinale ha sottolineato che spesso "crediamo di essere forti, capaci di tutto, autosufficienti e dimentichiamo Dio e i poveri. Se siamo a Lourdes, questa piccola cittadina ai piedi dei Pirenei, sconosciuta al mondo fino a poco più di 150 anni fa, è perché siamo chiamati a farci piccoli e a ricordarci dei poveri. È come se Dio ci regalasse, ad ogni pellegrinaggio, un 'metro' speciale che non misura l'altezza, anche perché molti di noi, a parte i bambini e i ragazzi, non sono diventati più alti rispetto all'anno scorso. Un metro che invece misura la 'piccolezza'. Ogni anno dovremmo chiederci se siamo diventati più piccoli, più umili, più attenti ai poveri".(ANSA).