Papa Francesco esprime "vicinanza e affetto" ai cattolici cinesi e fa loro appello affinché restino "sempre uniti nella comunione della Chiesa universale". L'occasione per le parole del Pontefice, al termine dell'udienza generale di oggi è la festa di venerdì prossimo, 24 maggio, della Beata Vergine Maria "Aiuto dei Cristiani", particolarmente venerata in Cina al Santuario di "Nostra Signora di Sheshan", presso Shanghai.
"Tale felice occasione mi permette di esprimere speciale vicinanza e affetto a tutti i cattolici in Cina, i quali, tra quotidiane fatiche e prove, continuano a credere, a sperare e ad amare", dice Francesco. "Cari fedeli in Cina - aggiunge -, la nostra Mamma del Cielo vi aiuti tutti ad essere testimoni di carità e di fraternità, mantenendovi sempre uniti nella comunione della Chiesa universale. Prego per voi e vi benedico". "Preghiamo insieme la Madonna", conclude recitando un'Ave Maria con i 20mila presenti.
Un richiamo, quindi, all'unità dei cattolici cinesi e alla loro comunione con Roma, entrambe sancite con l'accordo sulle nomine dei vescovi siglato nel settembre scorso dalla Santa Sede col governo di Pechino, proprio nel momento in cui si sperimentano gli effetti e la piena tenuta dei quell'accordo, nella prospettiva di ulteriori progressi nel dialogo.
Nel corso dell'udienza, al momento del saluto ai fedeli francofoni, il Papa ricorda anche suor Ines Nieves Sancho, "di 77 anni, educatrice delle ragazze povere da decenni, uccisa barbaramente in Centrafrica proprio nel locale dove insegnava a cucire alle ragazze". "Una donna in più - sottolinea - che dà la vita per Gesù nel servizio dei poveri. Preghiamo insieme". Suor Ines è stata trovata morta lunedì mattina nel villaggio di Nola, presso Berberati, nei locali dove insegnava alle ragazze in primo luogo a cucire e a provare a farsi una vita migliore. Il suo corpo è stato orrendamente mutilato: la suora, infatti, è stata decapitata. I motivi dell'aggressione sono ancora sconosciuti. Nessuno ha rivendicato l'azione.
Ai consueti saluti ai gruppi di fedeli nelle varie lingue, poi, oggi il Papa ne aggiunge uno anche ai pellegrini di lingua ucraina, citando "in modo particolare il gruppo dei militari che hanno partecipato all'annuale Pellegrinaggio Militare Nazionale a Lourdes". "Continuamente prego il Signore Risorto - afferma -, affinché riempia di amore e di serenità i cuori degli ucraini e doni a tutto il Paese la sua pace. Dio vi benedica tutti!".
Nella catechesi, invece, Francesco conclude il suo ciclo sul 'Padre nostro'. "Possiamo dire che la preghiera cristiana nasce dall'audacia di chiamare Dio con il nome di 'Padre'", spiega, ribadendo poi 'a braccio': "Questa è la radice della preghiera cristiana: dire 'Padre' a Dio. Ma ci vuole coraggio". A partire da questo, "un cristiano può pregare in ogni situazione", osserva: "e al Padre non cessiamo mai di raccontare dei nostri fratelli e sorelle in umanità, perché nessuno di loro, i poveri specialmente, rimanga senza una consolazione e una porzione di amore".