ROMA - Investimenti per circa 140 milioni di euro nei siti produttivi italiani negli ultimi 10 anni, esportazioni pari al 95% della produzione e un apporto alle casse dello Stato, derivante dal gettito fiscale, che si attesta a 14,5 milioni di euro all'anno. Sono alcuni dei dati che delineano il contributo al tessuto economico italiano di Teva, azienda leader nel mercato dei farmaci equivalenti. E' quanto emerso da una ricerca condotta da The European House - Ambrosetti presentata oggi a Roma durante un incontro al Ministero della Salute.
Dal 1996, anno dell'apertura della prima sede per la commercializzazione di farmaci equivalenti oncologici in ambito ospedaliero, Teva Italia ha esteso la sua presenza ai farmaci innovativi nell'area del sistema nervoso centrale, della terapia del dolore, dell'onco-ematologia, del respiratorio e della salute della donna. Al contributo diretto dato all'economia del nostro Paese si somma, secondo lo studio, un importante impatto sull'occupazione. "Ogni euro di valore aggiunto generato da Teva - spiega Emiliano Briante, Senior Consultant The European House Ambrosetti - si moltiplica a 2,47 euro totali nell'intera economia; ogni posto di lavoro in Teva si moltiplica a 4,28 posti di lavoro totali sul territorio nazionale. In termini assoluti questo significa, ad esempio, che oggi l'azienda con 1.400 occupati genera un impatto pari a quasi 6.000 occupati tra diretti, indiretti e indotti". Alto il livello di istruzione dei dipendenti con un 35% di laureati rispetto alla media del comparto chimico-farmaceutico del 19%.
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