(ANSA) - FIRENZE, 01 MAG - "Eri cosi piccina, con quel tuo
corpicino esile ma anche forte e scattante: un moto perpetuo,
quasi impossibile da fermare, tanto che in famiglia ti avevamo
soprannominata Kangurina (con la K)", "piccina è' vero ma in
realtà un vero gigante: entravi in punta di piedi nella vita
degli altri e gliela cambiavi per sempre": "Il tuo coraggio ed
il tuo intuito, la tua voglia di aiutare ti rendevano in grado
di capire le situazioni e trovare soluzioni sempre e per tutti.
Cosi in un attimo diventavi un punto di riferimento". Così il
compagno Michele Bellandi, in un lungo post su Fb apparso oggi,
ricorda Barbara Capovani, psichiatra morta dopo essere stata
aggredita a Pisa.
"Amore mio non so neanche da dove iniziare, come fare a dire
delle cose che possano renderti giustizia, che possano far, se
non capire, almeno intuire chi era Barbara - inizia così il post
-. La poliedricità' della tua personalità', le sue infinite
sfaccettature e allo stesso tempo la tua gentile semplicità che
ti rendeva accessibile ed aperta a tutti". "E' buffo, per tanti
anni hai lavorato al dipartimento delle dipendenze: ma nessuna
droga ne dava di più della tua presenza. Persino per i tuoi
amati cani, sempre ipnotizzati dal tuo sguardo profondo e
penetrante". "La tua dedizione al lavoro poi era totale -
ricorda ancora il compagno -. Non facevi il medico, eri nata
medico", "la tua era una missione in cui hai sempre dato tutta
te stessa", "Ciò che ti guidava, come mi dicevi spesso, era
'fare la cosa giusta, se cerchi di fare la cosa giusta tutto
diventa più semplice'. Certo eri anche testarda e di una
determinazione incrollabile ma soprattutto coraggiosa. Nessuna
minaccia, nessuna offesa, ti scalfiva" e "non agivi mai per
interesse personale ma solo con l'idea e la preoccupazione di
far star bene i tuoi pazienti, proteggere I tuoi colleghi,
appunto con l'idea di 'fare la cosa giusta'".
"Soprattutto - scrive ancora Bellandi - eri la nostra stella
cometa, eri la luce della famiglia": "Ci dicevamo spesso che da
soli saremmo stati due 'disgraziati' ma che insieme eravamo
invincibili. Spero di trovare la forza per continuare ad esserlo
anche senza di te al mio fianco, soprattutto per prendermi cura
di ciò che era la tua preoccupazione più grande: 'I tuoi
bambini'. Grazie per avermi accettato incondizionatamente, cosi
come sono, ben conscia di tutti i miei difetti; grazie per tutto
quello che mi hai insegnato e per aver lasciato a me e a tutti
noi un esempio indelebile. Amore mio tu sarai qui, con noi, per
sempre". (ANSA).