(ANSA) - VENEZIA, 25 FEB - Per fare un parallelo, la Cgia
prende a esempio il prelievo straordinario del 6 per mille
applicato dall'allora Governo Amato sui conti correnti degli
italiani. "Nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 -
precisa la nota - quella misura costò alle famiglie italiane
5.250 miliardi di lire, ovvero 2,7 miliardi di euro.
Attualizzando questo importo, il prelievo si attesta a 5,3
miliardi, un 'sacrificio' economico 31 volte inferiore a quello
stimato nel biennio 2022-2023".
Per l'ufficio studi "se le banche tornassero a riconoscere un
leggero aumento dei tassi attivi sulle somme libere depositate
nei conti correnti, la clientela potrebbe almeno coprire i costi
fissi. Cosa invece che è stata praticata dagli istituti sulle
somme vincolate, anche se, molto spesso, per tantissimi
correntisti districarsi tra un mare di offerte è estremamente
difficile. Uno sforzo economico, quello delle banche,
tranquillamente sostenibile, visto che nell'ultimo anno le cose
sono andate molto bene. I cinque più importanti istituti
nazionali - Intesa, Unicredit, BancoBpm, Monte Paschi e Bper -
hanno chiuso il 2022 con utili netti pari a 12,7 miliardi. Un
aumento del 65% rispetto al 2021", conclude la Cgia. (ANSA).