"L'Amore più grande" - il suo motto - ne esprime al meglio il significato più profondo, quello "del bene che vince sul male", perché la Sindone "non è solo l'icona del Venerdì Santo, ma è anche preludio della resurrezione".
L'arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia, che del sacro telo è il custode pontificio, spiega così il senso dell'Ostensione. Ben 67 giorni, dal 19 aprile al 24 giugno, durante i quali i pellegrini si fermeranno davanti alla reliquia che "presenta la passione di Gesù raccontata dai vangeli". E che, sostiene monsignor Nosiglia, "ridarà fiato a questa nostra società alle prese con una crisi non soltanto economica, ma anche etica e morale".
Ancora una settimana e il duomo di San Giovanni si aprirà al mondo intero. Le prenotazioni viaggiano ormai spedite verso quota un milione. "Contiamo di arrivarci con l'apertura dell'Ostensione, poi sarà un crescendo continuo", è la previsione dell'arcivescovo di Torino, che si dice "certo della massiccia presenza del popolo di Dio" nonostante siano passati appena cinque anni dall'ultima volta in cui è stato esposto il misterioso lenzuolo. "Viviamo in un mondo in cui pochi anni sembrano un secolo tanto veloci sono i cambiamenti - sottolinea monsignor Nosiglia -. Ecco perché, ad esempio, Papa Francesco non ha aspettato 25 anni per annunciare un nuovo Giubileo".
Nessuna paura, dunque, di inflazionare un evento tanto raro fino al secolo scorso. "Viviamo in un'epoca di smarrimento - osserva l'arcivescovo di Torino - in cui si avverte più che mai il bisogno di ritrovarsi insieme, attorno a valori comuni, e di recuperare punti di riferimento spirituali. Di fronte alle difficoltà del mondo, l'ostensione può essere la luce che illumina il cammino per guardare al futuro con rinnovata fiducia". Perché, prosegue, "solo in Dio c'è la pienezza della luce. Un Dio che si presenta come colui che dona amore, e dà la vita, di fronte all'odio e alla violenza".
Parole di speranza rivolte soprattutto ai giovani, che nel Bicentenario della nascita di don Bosco, e nell'anno di Torino capitale europea dello sport, sono uno dei grandi protagonisti di questa ostensione. "Quelli italiani e stranieri già prenotati sono tantissimi - rivela monsignor Nosiglia - soprattutto nei weekend. Per non parlare di quello in cui arriverà Papa Francesco", il 21 e 22 giugno, quando la Sindone sarà il pretesto per dare vita a una sorta di Giornata mondiale della Gioventù. "Vogliamo che questa diventi l'ostensione dei giovani - sottolinea il custode pontificio del telo - perché il mondo si costruisce da loro, i protagonisti del futuro". E poi ci sono i disabili e i malati, per i quali "è pronto un servizio di accueil - osserva l'arcivescovo - simile a quello di Lourdes".
L'allarme sicurezza, che ha finito col portare questo evento religioso in cima alle preoccupazioni dell'intelligence italiana, non preoccupa. "L'ostensione è un pellegrinaggio di pace e di solidarietà - osserva -. Parlare di sicurezza in termini di paura e di timori, rischia di allontanare la gente da una esperienza più che sicura. Mi rivolgo quindi ai mass media, chiedendo loro di non parlare di questo aspetto in modo così insistente, perché si rischia di fare il gioco di chi pesca nel torbido. Il mondo di oggi viaggia verso l'unità, occorre superare l'idea delle religioni in lotta tra di loro, perché più il male sembra forte, più l'alba è vicina. La passione di Cristo, che la Sindone ci offre - conclude - è stata l'inizio della vita. Ed io sono convinto che, grazie anche ai messaggi di speranza di Papa Francesco, i fondamentalismi saranno pian piano isolati".