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Lazio

  • Roma all'asciutto per la siccità, ministero: 'Pronti a chiedere lo stato di calamità'

Roma all'asciutto per la siccità, ministero: 'Pronti a chiedere lo stato di calamità'

Governatore della Regione Lazio blocca i prelievi dal lago di Bracciano, riserva idrica della capitale: "E' una tragedia. Il livello dell'invaso si è abbassato". Acea: 'Atto abnorme'. Insorge M5S: "La Regione doveva coordinarsi con il Campidoglio".

A Roma sta finendo l'acqua. A lanciare l'allarme è Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, dopo che la stessa Regione ha ordinato la sospensione del prelievo dal lago di Bracciano, riserva idrica della Capitale.

"Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica". Lo annuncia il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, circa la situazione di siccità in atto. Sono state attivate misure di contrasto all'emergenza: "sono 3 - spiega - gli assi di intervento: attivazione del fondo di solidarietà nazionale, aumento degli anticipi dei fondi europei Pac, 700 mln per il piano rafforzamento delle infrastrutture irrigue".

"C'è da scongiurare innanzitutto un danno ambientale per il lago (di Bracciano, ndr) e allo stesso tempo evitare un disagio forte a migliaia di cittadini romani". Così in una nota il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti. "Il passaggio per il Lazio a una condizione di severità idrica alta - continua - permette di attivare sia le procedure a sostegno del settore agricolo che la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione Civile, su richiesta regionale".

"Purtroppo - dice Zingaretti - è una tragedia. Il livello del lago di Bracciano si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale fino a questo evento. Abbiamo tempo 7 giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi. Il problema c'è ed è grave. Acea - spiega il governatore - preleva dal lago di Bracciano solo l'8% di tutto il fabbisogno e quindi immagino una quantità non importante dell'acqua - aggiunge-. Per ridurre al massimo i disagi, Acea ha stabilito degli orari di eventuale blocco. Sui dati che ha fornito però dovete chiedere a loro. Basta andare con una fotocamera a Bracciano per capire che sta accadendo l'inimmaginabile - aggiunge -. Far uscire l'acqua dai rubinetti è un diritto ma dobbiamo fare i conti con un problema enorme che è la siccità. Mi piacerebbe invitare qui Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima".

La sindaca di Roma, Virginia Raggi assicura che "sarà fatto tutto il possibile per assicurare l'acqua ai cittadini, agli ospedali, ai vigili del fuoco, alle attività commerciali. Mi auguro che Regione e Acea - prosegue - trovino quanto prima una soluzione condivisa. Va fatto quanto necessario per aiutare e tutelare oltre un milione di romani". 

Insorge M5S: "La Regione - dichiara il capogruppo del M5S in Campidoglio Paolo Ferrara - si è spinta troppo avanti senza coordinarsi con il Comune. Si sarebbe dovuto sentire prima il Comune visto che è una misura molto impattante sui cittadini". 

In arrivo, dunque, c'è l'acqua razionata per un milione a mezzo di romani. Nell'estate rovente 2017, della crisi idrica e degli incendi, l'Acea annuncia l'arrivo della misura - 'obbligata' come sottolinea la multiutility - dopo che la decisione della Regione Lazio di sospendere il prelievo dal lago di Bracciano. A motivare la scelta dell'amministrazione regionale sono "innanzitutto" le "condizioni di deperimento del lago". Ma l'Acea punta il dito contro l'atto, "unilaterale e illegittimo, che - avverte - comporterà importanti e gravi conseguenze per i cittadini di Roma". "La drastica riduzione dell'afflusso di acqua alla rete idrica della Capitale ci costringerà a mettere in atto una rigida turnazione nella fornitura che riguarderà circa un milione e mezzo di romani. - annuncia il portavoce della società che gestisce acqua e energia elettrica in città - Acea, comunque, si impegna sin d'ora ad elaborare un piano dettagliato di emergenza che, non appena pronto, sarà messo a disposizione e comunicato capillarmente alla cittadinanza. Il gruppo altresì tutelerà in ogni sede non solo le proprie ragioni, ma anche gli interessi di tutta la sua utenza". Lo scontro, insomma, è alle porte. Da parte sua la Regione Lazio afferma che "l'obiettivo" è "recuperare per quanto possibile la naturale integrità ecologica" del bacino d' acqua. "Il decremento negativo del lago è stato dovuto essenzialmente a due fattori - spiega -: al prelievo per l'approvvigionamento idropotabile e all'evaporazione, particolarmente intensa in relazione alle alte temperature, e aggravata peraltro dalla perdurante assenza di precipitazioni nei mesi scorsi. In questo quadro, quindi, il direttore regionale delle Risorse idriche ha oggi firmato l'ordinanza che impone ad Acea Ato 2 di azzerare ogni prelievo della risorsa idrica dal bacino del lago di Bracciano, entro e non oltre le ore 24 del giorno 28 luglio prossimo, onde consentire il ripristino del livello naturale delle acque del lago e della loro qualità. Acea Ato 2, inoltre, sarà tenuta a trasmettere alla Direzione regionale i dati giornalieri del livello idrometrico del bacino. Tale ordinanza ha validità fino al 31 dicembre 2017".

"Riteniamo questo atto della Regione Lazio abnorme e illegittimo ma soprattutto inutile rispetto alla tutela del lago. Dal lago Acea sta derivando 86 mila metri cubi al giorno, a cui corrisponde un abbassamento di 1,5 millimetri. Il lago di Bracciano è profondo 164 metri". Lo ha detto a SkyTg24 il presidente di Acea Ato 2 Paolo Saccani. "Azzerare la derivazione da Bracciano fa risparmiare 1,5 millimetri ma porterà agli abitanti di Roma pesantissimi disagi - ha aggiunto - Bracciano è basso in questo momento, ma è 90 centimetri in meno rispetto all'anno scorso su un lago di 160 metri. Stiamo attuando tutte le misure per ridurre la derivazione - ha concluso - ma interromperla è a nostro giudizio un atto irresponsabile"

"In 7 giorni non troveremo altra soluzione che razionare l'acqua a 1,5 milioni di romani, alle attività produttive, turistiche, ai palazzi delle istituzioni, al Vaticano: questo succederà. Non faremo il bene dell'immagine della Capitale d'Italia". Così il presidente di Acea Ato 2 Paolo Saccani, a SkyTg24. "Noi l'acqua non la fabbrichiamo - ha aggiunto - Le soluzioni strutturali le abbiamo proposte alla Regione Lazio con una mia lettera del 4 luglio. Il problema delle perdite c'è, non lo neghiamo. Sono un male nazionale, non di Acea. L'azienda su mandato dei sindaci ha investito negli anni scorsi in fognatura e depurazione perché lì era l'emergenza - ha concluso - non è una responsabilità di Acea"

   

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