GENOVA - Tutti pazzi per l'Iit. Tutti pazzi, soprattutto lo European Research Council (Erc), l'organismo della Ue che finanzia i ricercatori di eccellenza che svolgono attività di ricerca di frontiera. Nei suoi primi 10 anni di attività l'Iit annovera 16 Erc vinti dai suoi scienziati per la realizzazione di progetti d'avanguardia, in tutto finanziamenti per quasi 25 milioni di euro.
Il modello Iit dunque risulta attrattivo anche a livello internazionale perché consente di 'reclutare' i migliori ricercatori da tutto il mondo. A oggi il 45% dei ricercatori proviene dall'estero: di questi, il 29% è costituito da stranieri provenienti da oltre 50 Paesi e il 16% da italiani rientrati. La cosiddetta 'fuga dei cervelli' si può invertire, ma soprattutto il flusso dei cervelli che entrano e escono dai confini nazionali si può bilanciare con un meccanismo di reclutamento fatto secondo gli usuali standard internazionali e delle strutture di ricerca adeguate a supportare il lavoro dei ricercatori.
Tra i ricercatori che hanno ricevuto gli Erc Cristina Becchio con i progetto I Move U: osservando gli altri muoversi, gli esseri umani sono portati a fare inferenze, ovvero a dedurre conseguenze logiche che vanno oltre il corso superficiale del movimento come scopi e intenzioni. Il progetto si propone di fornire il primo resoconto sistematico di come le intenzioni sono estratte dai movimenti corporei osservati durante l'interazione con soggetti appartenenti alla stessa specie.
Erc anche per la neuroscienziata Laura Cancedda con GenEdiDs, il progetto attraverso il quale si vuol comprendere se un intervento di manipolazione genetica limitato esclusivamente a alcune cellule del sistema nervoso ancora in fase di sviluppo possa ridurre le disabilità intellettive associate alla sindrome di Down. Cancedda utilizzerà le nuove tecniche di editing genetico, Crispr-Cas9, per ricercare nuovi possibili metodi di cura prenatali e cercherà di implementare nuove soluzioni tecnologiche per applicazioni future.
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