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Iit: Stefano, andata e ritorno per 'cervello' col cuore

Arash, il giovane genio iraniano che ha dato le mani ai robot

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GENOVA - "Torniamo?" E' questa la domanda che Stefano Gustinchic, triestino, oggi deputy director for Life Sciences e direttore del Dipartimento di neuroscience and brain technologies di Iit si è fatto dopo esser stato per 10 anni nel dipartimento di Neurobiologia della Harvard Medical School. Gustinchic è tornato. E nel 2003 ha vinto il career development award dalla Fondazione Giovanni Armenise-Harvard. Nel 2011 ha vinto il Premio nazionale per l'innovazione in biotecnologia. Il suo laboratorio in Iit si occupa di studiare il ruolo del Dna spazzatura nel funzionamento del cervello e nelle malattie neurodegenerative. Tra i suoi contributi l'aver svelato l'espressione dell'emoglobina nel sistema nervoso e di aver identificato le Sineups, una nuova classe funzionale di geni non codificanti per proteine che aumentano l'espressione di geni bersaglio. Scrive nella sua autobiografia: "Vogliamo comprendere il ruolo di questi geni non codificanti, considerati fino ad oggi 'spazzatura' nel funzionamento del cervello e nelle malattie neurodegenerative". E conclude: "anche in Italia, tutto è possibile per le donne e gli uomini con il cuore al posto giusto".

Ancora una storia: Arash Ajoudani è nato 35 anni fa a Tabriz, una bellissima città nel nord ovest dell'Iran, nota nel mondo per la produzioni dei famosi tappeti in seta. A 14 anni studia matematica e fisica in una scuola per studenti dotati e comincia a interessarsi all'ingegneria biomedica e dei controlli e entra alla Tehran Polytechnic University e in seguito all'Iran University of Science and Technology. Scrive una tesi di master sul controllo dei movimenti in pazienti paraplegici mediante stimolazione elettrica e "con questo mio studio alcune persone sono tornate a camminare. La notizia - dice Arash - ha avuto molto eco mediatico in Iran con grande soddisfazione di tutta la mia famiglia". Nel 2011 inizia il percorso di dottorato con l'Iit e l'Università di Pisa in robotica e bioingegneria. "Il mio dottorato riguardava il trasferimento delle capacità di interazione umane ai robot, così da permettere alle macchine di compiere numerose azioni di supporto all'uomo nella vita quotidiana". E è stato così che Arash ha costruito la mano di Walk-man, il robot umanoide che un giorno affiancherà la protezione civile durante le operazioni di emergenza.

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