Smartphone e internet sono gli strumenti essenziali per poter svolgere il proprio lavoro da remoto, anche se la maggior parte dei dipendenti usa dispositivi e reti personali piuttosto che strumenti messi a disposizione dall'azienda. È quanto emerge dalla ricerca "Lavoro Flessibile: Amico o Nemico?" condotta da Vodafone su un campione di 8mila fra dipendenti e datori di lavoro di 10 Paesi, tra cui l'Italia.
Dai dati emerge che per oltre la metà dei datori di lavoro le tecnologie più importanti di comunicazione per il lavoro in mobilità, o da remoto, sono lo smartphone (61%) e internet (54%), con percentuali che per entrambe le categorie salgono al 58% se riferite alle aziende italiane. A seguire la capacità di utilizzare posta elettronica (48% globale versus 42% in Italia), il possesso di un computer portatile (46% contro il 26% italiano) e poi anche una copertura di rete affidabile (41%, 38% in Italia). I tablet a livello globale sono importanti per il 28% dei datori di lavoro, percentuale che sale al 39% per gli italiani.
Sul fronte dei lavoratori gli strumenti più utilizzati per lo "smart working" sono lo smartphone (50% globale contro il 58% in Italia) e il laptop personali (35% contro il 23% in Italia). Il computer portatile aziendale è usato da poco più di un quarto dei lavoratori a livello globale (28%) e solo dal 18% dai dipendenti italiani. Nel nostro Paese il 27% di coloro che lavorano in modo flessibile usa il pc desktop personale, a fronte di una media globale del 24%. Lo smartphone aziendale è usato solo dal 14% dei lavoratori. Quanto alla connessione a internet la maggior parte dei dipendenti fuori dall'ufficio si collega con la banda larga domestica (61% nel globo, 64% in Italia). Usano connessioni mobili di terza e quarta generazione, rispettivamente, il 24% e il 18% dei lavoratori (In Italia il 27 e il 14 per cento). Il 18% degli intervistati usa un Wi-Fi pubblico e gratuito (14% in Italia).
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