Italiani più tecnologici degli inglesi nel lavoro flessibile, mentre gli indiani sono più consapevoli delle politiche di sicurezza aziendale rispetto ai colleghi tedeschi. Sulle forme di lavoro flessibile i dipendenti hanno atteggiamenti diversi in base al Paese di provenienza, e non solo. La ricerca "Lavoro Flessibile: Amico o Nemico?" condotta da Vodafone evidenzia anche differenze di genere, con i giovani mediamente più aperti al lavoro da remoto.
Sul fronte tecnologico gli italiani risultano più avanti dei colleghi tedeschi e inglesi: il 40% utilizza senza problemi soluzioni di conferenze audio e via web (contro il 24% dei tedeschi e il 26% degli inglesi), il 38% tiene video conferenze (26% tedeschi e 25% inglesi) e l'80% controlla regolarmente la posta elettronica dallo smartphone (68% tedeschi e 58% inglesi).
Un altro aspetto importante del lavoro flessibile è quello delle procedure di sicurezza degli strumenti utilizzati quando non si lavora in ufficio: poco più della metà dei dipendenti tedeschi intervistati (52%) ha rivelato di non esserne a conoscenza, contro il 23% dei lavoratori indiani. Il 71% dei lavoratori spagnoli usa il proprio smartphone per lavorare in modo flessibile fuori dal posto di lavoro rispetto al 38% nel Regno Unito e al 27% in Germania.
Lo studio rivela anche differenze generazionali. I giovani tendono a utilizzare spontaneamente le tecnologie che abilitano il lavoro da remoto, dai servizi "cloud" ai sistemi di messaggistica avanzata, alle video conferenze. Il 72% dei giovani tra i 18-24 anni afferma che il lavoro flessibile migliorerebbe la qualità della propria occupazione. Mentre tra gli intervistati oltre i 55 anni la percentuale scende al 38%.
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