PORDENONE - "Uno show senza senso": così Andrej Astvacaturov, uno dei massimi esponenti della letteratura russa contemporanea, ha definito la situazione attuale del proprio Paese.
L'autore, a margine della presentazione della raccolta "Falce senza martello" (Stilo Editrice) a Pordenonelegge, si è soffermato sui rapporti conflittuali tra Russia ed Occidente.
"Lo scontro non è realmente ideologico - ha affermato - come si vuole far credere. Non si tratta di una disputa tra 'buoni e cattivi', tra chi rispetta diritti umani e internazionali e chi non lo fa: la Russia è talvolta colpevole, sì, ma non più di quanto lo siano nazioni dell'Occidente come gli Stati Uniti.
Sono nati dei veri e propri miti, creazioni ideologiche che, però, si fondano unicamente sul business. Da un lato presunti attivisti umani che puntano solo ai fondi, dall'altro persone che da sostenitori del governo si travestono e basta, dall'altro ancora forme malate di patriottismo: è uno spettacolo vuoto e finto, che non stimola la creatività di noi scrittori. Forse - ha concluso Astvacaturov - è proprio questa la ragione per cui, dall'inizio degli anni Duemila in poi, i letterati russi si sono rivolti al passato, ambientando i propri romanzi in altre epoche per simboleggiare da lontano il presente piuttosto che raccontarlo direttamente".
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