PORDENONE - ''Non è che certi temi sociali non li affronti, ma ci arrivo indirettamente, aggiungendo molta immaginazione e narrazione, perché credo che questo sia il modo più efficace per avvicinare i ragazzi ai libri e alla riflessione, anche su argomenti molto impegnativi''. Lo ha dichiarato a Pordenonelegge lo scrittore Guido Sgardoli, autore di numerose opere di narrativa per ragazzi e vincitore nel 2009 e nel 2015 del Premio Andersen.
Parlando con l'ANSA su come uno scrittore di opere destinate soprattutto agli adolescenti si ponga davanti a terribili fatti di cronaca che coinvolgono anche minori, Sgardoli ha sottolineato che ''quando i libri replicano la realtà, come in certi romanzi di fiction mimetica, all'immaginazione resta molto poco. Lo dico partendo anche dalla mia esperienza personale di lettore; poi ci sono colleghi bravissimi che fanno fiction mimetica, ma a me non piace. Difficile che affronti temi sociali direttamente - ha precisato - ci giro intorno, ma ci arrivo lo stesso''.
Con ''La Settima pietra'', pubblicato da Piemme nella collana Il Battello a vapore, Sgardoli si è cimentato con la sfida più grande per uno scrittore, il confronto con un gigante della letteratura horror nonché il suo mito personale, Stephen King: ''Della letteratura kinghiana - ha concluso - questo romanzo ha tutti e tre gli elementi distintivi: una piccola comunità, la lotta tra bene e male, l'accadere di fatti strani''.
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