PORDENONE - "Io Plutarco lo insegnerei a scienze". Questa la provocazione lanciata oggi da Piergiorgio Odifreddi, a margine della presentazione della sua ultima fatica, "Dalla Terra alle lune" (Rizzoli) a Pordenonelegge.
"Proprio come avevo già fatto con Lucrezio - ha detto Odifreddi - ho deciso di tradurre un autore antico senza curarmi di mantenere intatte metrica o figure retoriche, un processo che spesso moltiplica le imprecisioni scientifiche già presenti nelle opere originali. Le quali hanno però un gran merito: hanno deciso di andare oltre, di esplorare lo spazio a millenni di distanza dalla moderna fantascienza che, per inciso, mi piace poco. Parto da Plutarco e dalle sue osservazioni sulla Luna, dal suo crederla una scodella ripiena di fuoco, ma passo anche per Keplero. Questi immaginò di osservare la Terra dalla superficie lunare, esattamente l'inverso di ciò che Plutarco, sua fonte d'ispirazione, aveva fatto in passato. Ironico che, nonostante il tedesco avesse chiesto esplicitamente che la novella venisse sempre pubblicata insieme al suo modello di riferimento, io sia stato il primo ad accontentarlo".
La terza sezione dell'opera è dedicata ad Huygens, il passo successivo del viaggio, colui che con la fantasia coniugata alla scienza si è spinto fino ai satelliti di Saturno.
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