Con la fine dell'intervento sulla Porta Sud, si è conclusa una campagna di restauri, avviata nel 1978, per i portali in bronzo e oro del Battistero che ha segnato anche il loro trasferimento nel Museo dell'Opera del Duomo. In precedenza avevano lasciato la collocazione originale solo nel 1943, quando a causa della Seconda guerra mondiale furono nascosti sotto una galleria ferroviaria a Incisa Valdarno. Salvate dal conflitto nel 1948 il ritorno 'a casa', dopo un restauro che portò alla luce la mitica doratura al mercurio nascosta da secoli sotto lo sporco e una vernice nera apposta nel 1772.
Le tre porte furono invece fortemente danneggiate dall'alluvione del 1966: l'urto dell'acqua aprì le ante della Porta del Paradiso e della Porta Nord, facendo cadere alcune formelle. La Porta Sud rimase chiusa ma così, oltre a finire nel fango alcuni pannelli e una delle 48 teste di leone che andò perduta, la forza dell'acqua la spaccò quasi in due. Le formelle staccatesi, una volta ripulite dalla nafta e dal fango, furono rimontate sulla Porte. Ma ben presto, causa lo smog, le dorature ripresero ad offuscarsi.
Nel 1978 fu così decisa una campagna diagnostica, partita dalla Porta del Paradiso, che portò alla scoperta che a causa dell'umidità tra il bronzo e la doratura si formavano dei sali che affiorando in superficie sollevavano e perforavano l'oro causandone il distacco. La porta non poteva perciò più stare all'esterno così nel 1990 fu trasportata all'Opificio delle Pietre dure, e al suo posto collocata una replica realizzata grazie alla generosità del mecenate giapponese Choichiro Motoyama. Il restauro si è poi protratto fino al 2012: il distaccamento dei pannelli non divelti dall'alluvione si rivelò difficilissimo, fu deciso di studiare un nuovo metodo di pulitura che ne evitasse lo smontaggio, la soluzione arrivò nel 2000 quando il Cnr di Firenze mise a punto un nuovo laser in grado di 'bruciare' i depositi presenti sull'oro con un tempo di azione così ridotto da impedire al calore di propagarsi al bronzo.
Assai più veloci a quel punto i restauri delle altre due Porte, sempre curati dall'Opificio, durati ciascuno tre anni: per quella Nord dal 2013 al 2015, per la Sud dal 2016 al 2019.
In collaborazione con:
Opera Santa Maria del Fiore