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Festival Roma: Duetti d'autore con Ramazzotti e Memphis

Allo stand del Gioco del Lotto l'incontro aperto al pubblico

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(di Marzia Apice)
ROMA - Il cinema legato a Roma è strettamente connesso ai volti dei suoi protagonisti, attori che nella città sono nati, che ne conoscono lingua e gestualità, che ne incarnano lo spirito. Ecco perché, nell'edizione che segna il nono anno di presenza al Festival del Film di Roma, il Gioco del Lotto - Lottomatica punta tutto sull'omaggio alla Città Eterna mettendo in relazione il pubblico con gli attori, rigorosamente romani, più amati. Proprio con l'obiettivo di accorciare le distanze tra star del cinema e gente comune è nata per il 2014 l'idea dei "Duetti d'autore", di cui oggi si è svolto il primo appuntamento. Un'iniziativa che rientra in "PiùTuaRoma", la tappa romana de "Il Gioco più tuo in tour": protagonisti del dibattito, moderato dalla giornalista Laura Delli Colli, Ricky Memphis e Micaela Ramazzotti (il secondo appuntamento il 23 ottobre con Carlo Verdone e Claudia Gerini), che nello stand del Gioco del Lotto hanno richiamato un nutrito pubblico di appassionati e addetti ai lavori.
   Sebbene la loro carriera li abbia ormai da tempo fatti uscire dai confini della Capitale (eppure entrambi non hanno dubbi, il luogo preferito per girare un film è sempre Cinecittà, perché legata al sogno del cinema), i due attori continuano a mantenere uno strettissimo legame con le proprie radici. "Nascere a Roma è come fare l'accademia: i romani sembrano tutti attori", ha affermato Memphis, confidando che forse proprio la sua identità romana lo abbia un po' facilitato nel lavoro. "La romanità è emblema di una comicità triste, malinconica: ecco perché ho amato tantissimo i personaggi romani che ho interpretato", ha affermato la Ramazzotti. "La mia pillola del buonumore è Polvere di stelle, con Alberto Sordi e Monica Vitti, perché parla di artisti, con quei due attori pasticcioni immersi in mille peripezie", ha raccontato, "un film forse poco raffinato ma che ho adorato, e che mi ha insegnato a non prendermi troppo sul serio anche in questo lavoro, che in realtà è un dono".
   Tante le curiosità e le domande del pubblico (qualcuna arrivata anche via Twitter), in un clima disteso, come in una chiacchierata tra amici. E proprio nello stand in cui Lottomatica organizza per tutta la durata del Festival del Film i provini per cercare volti nuovi del cinema (nell'ambito dell'iniziativa "PiùTuaRoma - Nove giorni di grandi interpretazioni"), immancabile è arrivata la domanda su quali siano stati i primi passi professionali per i due attori. Pochi provini per lui (uno su tutti, quello con Marco Risi per il film "Il branco", per il quale, ha dichiarato, "ero molto teso e mi sono impegnato al massimo. Però poi lui si è alzato in piedi e mi ha baciato"), molti per lei (già da adolescente, quando lavorava nei fotoromanzi, anche se ha raccontato, "a volte mi mandavano via senza fare il provino, bastava che sentissero la mia voce"), entrambi però si sono mostrati sicuri in merito a quale atteggiamento si debba avere durante un casting: "Innanzitutto bisogna essere preparati, per poter essere liberi di interpretare", ha affermato Ramazzotti, "e poi consiglio di lasciarsi andare con fiducia e senza paura al regista", anche perché, ha aggiunto Memphis facendole eco, "chi è lì per valutare un talento sa farlo, quindi conviene essere se stessi, senza fingere".

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