ANCONA - Quando 35 anni fa Genuino Galassi, presidente della Sezione Meccanica di Confindustria Ancona, partecipò alla sua prima fiera ad Atlanta e caricò i primi container di merce per gli Usa, forse non immaginava che l'export sarebbe stato la salvezza per la sua azienda. E' una delle storie di successo della meccanica anconetana emerse durante l'iniziativa promossa da Federmeccanica nel capoluogo marchigiano e in 60 città italiane per riaffermare l'importanza del comparto in un momento delicato per il Paese.
Ad Ancona, con 139 associate (il 53% ha tra 11 e 50 dipendenti; il 20% sopra i 100), oltre 13 mila addetti e un fatturato di 4 miliardi di euro, le imprese meccaniche costituiscono il 28% della locale sezione di Confindustria. Tra il 2007 e il 2013, però, la crisi divenuta strutturale ha 'mangiato' il 40% dei volumi produttivi. In questo contesto, hanno spiegato Galassi e Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Ancona, la differenza per le imprese meccaniche non la fanno i settori ma la propensione all'export e all'investimento in innovazione a tutto campo. Gli imprenditori vogliono ripartire insieme, ripensando alle loro aziende anche in chiave tecnologica, e chiedono aiuto a istituzioni, banche, sindacati: un mercato del lavoro efficiente e inclusivo, meno burocrazia, una giustizia civile che funzioni, investimenti e riduzione fiscale, ha detto Schiavoni riprendendo le parole del presidente di Federmeccanica Fabio Storchi, sono i fattori che possono dare ossigeno alle imprese meccaniche "senza le quali non possono esserci crescita e sviluppo".
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