BARI - Sono "piccoli segnali positivi" a far sperare in una ripresa dell'industria metalmeccanica anche nella provincia di Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani) dove nell'ultimo anno si sono registrati una sensibile diminuzione delle ore di cassa integrazione e un aumento delle esportazioni da parte delle 4.075 imprese del comparto che occupa 27.994 unità, con un fatturato di oltre 4 miliardi di euro pesando per il 33,03% su tutto il manifatturiero provinciale. I dati della 132esima indagine congiunturale del settore, sono stati presentati questa mattina a Bari, in contemporanea con altre 60 città italiane, alla presenza, tra gli altri, dei presidenti di Confindustria e della sezione Meccanica degli industriali di Bari-Bat, Michele Vinci e Laura Ruggiero.
Quest'ultima ha lanciato un appello al mondo delle banche affinché "riequilibrino il rapporto con le imprese", restituendo "parte della liquidità" che gli istituti di credito hanno "richiesto alla Bce, per far ripartire il Paese: mi auguro - ha sottolineato - che le banche tornino a darci fiducia altrimenti nulla si muoverà". Intanto, sia pure con l'influenza della "ripresa delle vendite da parte dello stabilimento siderurgico dell'Ilva", rapportando il primo semestre 2013 con quello del 2014 si segnala un aumento delle esportazioni dell'8,7%, con un picco del 23% nella provincia di Bari. Si tratta di numeri che "infondono fiducia" nonostante dal 2009 ad oggi le imprese metalmeccaniche siano diminuite del 7% con un numero di addetti pressoché invariato (da 28.099 a 27.994). E nonostante tra ottobre 2013 e lo stesso mese del 2014, si noti una tendenza al ribasso: -0,74% del numero di aziende e -0,97% del totale di addetti. Tuttavia,se si rapportano questi dati con le ore di cassa integrazione, diminuite (da circa 9 milioni a quasi 5) nel periodo gennaio-ottobre 2013-2014, "il 'sentiment' degli imprenditori - precisa Ruggiero - non è totalmente negativo e ci fa sperare che il 2015 sia l'anno giusto". L'importante, ha sottolineato Vinci, è che la politica smetta di litigare a ogni livello, nazionale e locale, altrimenti nessun imprenditore avrà la tranquillità necessaria per decidere di investire anche a medio termine".
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