Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

ANSAcom
ANSAcom

Vent'anni di Salone del Gusto, 'Milano non capì Torino sì'

Ripercorsi la storia della rassegna inventata da Slow Food

ANSAcom

TORINO - Dall'unico padiglione del Lingotto affittato nel '96 a tutta la città 'conquistata' per l'edizione imminente, dal 22 al 26 settembre. I vent'anni del Salone del gusto inventato da Slow Fiod sono stati ripercorsi oggi al grattacielo di Intesa Sanpaolo in un incontro al quale hanno partecipato, tra gli altri, la sindaca di Torino Chiara Appendino, il governatore del Piemonte ai tempi della prima edizione della kermesse, Enzo Ghigo, il prefetto Renato Saccone, l'ex presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo Enrico Salza, l'assessore regionale all'agricoltura del Piemonte Giorgio Ferrero, l'imprenditore Giuseppe Lavazza.
"Nel '96 - ha ricordato Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e presidente internazionale dell'associazione - erano passati pochi anni dalla tragedia del vino al metanolo e si cominciava a vedere la gravità della perdita della biodiversità artigiana.

Abbiamo interpretato la necessità di dare una rappresentazione di quell'economia . Grazie al Salone - ha detto ancora Petrini - abbiamo rinnovato il nostro rapporto con la capitale Torino che prima era madre e matrigna e che non dava risposta alle nostre richieste per il mondo dell'agricoltura".

Enzo Ghigo, che era alla guida di una giunta regionale di centrodestra, ha ricordato perché la Regione decise di sostenere il Salone del Gusto: "mi convinse - ha raccontato - il merito della proposta, che rispondeva alla necessità di dare al Piemonte una prospettiva diversa e un'alternativa alla vocazione legata al mondo dell'automobile. Il Salone del gusto è diventato un fatto culturale e da lì la sensibilità per l'agricoltura, la biodiversità, il diritto all'alimentazione si è sviluppata in tutto il resto del mondo".

Il Salone però aveva 'rischiato' di prendere la strada di Milano: "L'ostacolo più grande - -ha ricordato Roberto Burdese, presidente onorario di Slow Food e amministratore di Slow Food promozione - è stato quando abbiamo provato a fare il Salone a Milano e non ha funzionato. Milano non ci ha capito, mentre Torino ha saputo accogliere la nostra idea magari con un basso profilo ma con molto più calore. Per la prima edizione nel "96 abbiamo preso un solo padiglione e ci sono stati 50mila visitatori, due giorni dopo la fine avevamo già deciso che bel 97 avremmo preso tutto il centro fieristico del Lingotto".

In collaborazione con:

Archiviato in


Modifica consenso Cookie