BRUXELLES - Per realizzare i diciassette Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell'agenda Onu servono anche ricerca e formazione, e un approccio trasversale capace di tenere insieme i diversi ambiti della regolamentazione, delle politiche e della governance. Realizzare questa prospettiva è l'obiettivo del Milan Center for Food Law and Policy, associazione riconosciuta a livello internazionale sorta nel febbraio del 2014 per iniziativa di Expo Milano 2015 e poi continuata grazie al contributo di Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano e, dal 2016, la Città metropolitana di Milano.
Nato come un think thank accademico e politico nell'immediato periodo che ha preparato Expo Milano, "si è posto come punto di riferimento per far crescere consapevolezza attorno all'idea di diritto al cibo" ha detto il relatore speciale Onu per il diritto al cibo Hilal Elver. Il Milan Center for Food Law and Policy è oggi una struttura di ricerca e formazione che raccoglie, cataloga ed archivia, in forma sistematica ed aggiornata, sia materiali legislativi, sia atti pubblici e privati sul tema del diritto al cibo e più in generale sulle sfide che i grandi cambiamenti dell'ambiente, dell'economia e del sociale pongono a chi si occupa di regolamentazione, in particolare il mondo politico e istituzionale.
Il centro ha avviato una rete di convenzioni con realtà locali (come l'Agenzia di Tutela della salute della Città metropolitana di Milano ATS), internazionali (Ciheam-Iam di Bari), organizzazioni no profit (Banco alimentare) e associazioni di categoria (Coldiretti), istituzioni scientifiche (Fondazione Edmund Mach di Trento), università (Bocconi, Genova, Pavia, Iulm, Politecnico di Milano), ministeri (Sviluppo economico) e Ong (Oxfam Italia).
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