GENOVA - Una inedita, grande alleanza tra pescatori e agricoltori contro l’inquinamento delle terre e dei mari, messi a rischio dall’uso intensivo di sostanze chimiche: è uno degli eventi attesi all’edizione 2015 di Slow Fish in programma al Porto Antico di Genova dal 14 al 17 maggio. L’alleanza è annunciata dal biologo Silvio Greco, direttore scientifico della manifestazione, che a pochi giorni dall’inizio della manifestazione - dove si discuterà con tanti esperti di questi problemi - lancia l’allarme sullo stato del mare Mediterraneo: "L'inquinamento da microplastiche e quello del catrame pelagico è il problema più serio per il nostro mare. Il secondo nodo da risolvere è quello dei consumi, ancora troppo orientati verso il pesce-bistecca”. “Purtroppo è confermato che nel Mediterraneo ci sono 38,2 milligrammi di catrame pelagico per metro cubo contro lo 0,2 del mare del Giappone - spiega Greco -. Ma la grande novità negativa sono i frammenti di microplastica: 100.000 per chilometro quadrato. Questi ultimi sono particolarmente pericolosi sia per l'ecosistema sia per l’uomo". “Non dimentichiamo mai che il pesce lo mangiamo - sottolinea il biologo -. Le microplastiche non sono evidentemente solo un problema estetico, per l’impatto che hanno sulla superficie del mare, ma un pericolo serio per la nostra salute: entrano infatti nella catena alimentare dopo essere stati ingeriti dai pesci e arrivano fino a noi. Serve particolare attenzione perchè parliamo di frammenti di materiali tossici”. A Slow Fish, come tradizione, si darà ampio spazio al dibattito su questi temi e alla ricerca dei rimedi migliori. In particolare nei Laboratori. “Per curare il Mediterraneo bisogna puntare a una gestione corretta dei rifiuti e a uno sviluppo sostenibile della fascia costiera - spiega Silvio Greco -, lottare contro le discariche illegali e gestire meglio i bacini fluviali. Nei laboratori di Slow Fish si potrà discutere di tutto questo e saranno elaborate proposte per i governi. Saranno presenti molti ricercatori e scienziati di importanti istituti scientifici compresa Coldiretti". Proprio con gli agricoltori sta nascendo infatti "una grande alleanza” spiega Greco: "se condotte in modo sbagliato le produzioni agricole contribuiscono all'inquinamento chimico delle terre e di conseguenza dei mari”. A Slow Fsh “coinvolgeremo anche l'industria della trasformazione e la politica, oltre alle aree protette, le più attente a promuovere sistemi per combattere la pesca eccessiva. Proprio le aree protette sono diventate un esempio importante di come sia possibile gestire le risorse naturali senza fare danni ma, anzi, prevedendo un giusto ritorno economico alle popolazioni residenti. Questo è infatti l'obiettivo finale". Per Greco esistono comunque dati positivi che inducono all'ottimismo per il futuro del Mediterraneo. Tra questi "l'aumento dei giovanili del tonno rosso". "E' una grande soddisfazione e un segnale molto positivo perché quando Slow Fish ha lanciato l'allarme alcuni anni fa questa specie era data per spacciata. Bisogna però stare in guardia: non dobbiamo pescarli i giovanili ma lasciarli crescere fino a riprodursi, altrimenti non è servito a nulla tutelarli". "Anche la tutela dei bianchetti sta dando i suoi frutti perché oggi il loro numero è in crescita - aggiunge soddisfatto il biologo di Slow Fish -, come dimostra anche la riduzione della quantità delle meduse, di cui si cibano. Noi siamo sempre stati contrari alla loro pesca mentre siamo favorevoli alla cattura dei rossetti".
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