VERONA - In fatto di olive l'Italia, al di là dei numeri, ha una produzione d'eccellenza - è al terzo posto in Europa per quelle da tavola, con 88mila tonnellate, dopo Spagna e Grecia - e vanta un patrimonio di oltre 350 cultivar censite, con 43 Denominazioni di origine, e 176mila ettari a biologico. Un prestigio messo in evidenza a Vinitaly di Verona da 'Unaprol' e 'Sol&Agrifood' , i saloni specializzati dai quali è emerso come le mutate preferenze dei consumatori stiano orientando anche le piccole imprese verso un processo di differenziazione spinto per conquistare nuovi segmenti di mercato tra i quali: Dop, Igp, Bio, 100% italiano, monovarietale. Sulle olive da tavola tre, attualmente, le cultivar che hanno la denominazione di origine protetta. Sono le dop: Nocellara del Belice, Bella della Daunia (nota come Bella di Cerignola) e Oliva tenera Ascolana. Altre varietà, intanto, si accingono a fregiarsi di questo ambito riconoscimento comunitario. Tra queste: Taggiasca nella provincia di Imperia e Savona, Itrana che si concentra nel basso Lazio, Majatica del Materano, Dolce di Rossano e Carolea in Calabria, Cellina di Nardò e Leccino del Leccese, Peranzana del Tavoliere, Tonda Iblea del Ragusano, Giarraffa di Paternò. Il 35% circa della produzione proviene da cultivar da mensa, la restante parte proviene da cultivar a duplice attitudine il cui uso è estremamente variabile in dipendenza della domanda di mercato e dell'andamento stagionale. Puglia (27) e Sicilia (42%) sono le principali aree di produzione di olive da mensa. I principali paesi importatori sono gli Usa (25%), l'Ue (18%) e il Brasile (13%). La maggior parte della materia prima commercializzata nel mondo proviene da Grecia, Spagna, Tunisia e Marocco; paesi in grado di garantire qualità, disponibilità e prezzi competitivi. Il 2014 ha segnato un biennio nero per il largo consumo; in due anni i volumi di vendita sono scesi del 2% colpa anche della crisi economica, ma si prevede nel 2015 l'inizio di un moderato recupero. La sfida del prossimo futuro sul mercato mondiale sarà quella di agganciare il potere di acquisto dei consumatori che, sostenuto dalla ripresa economica, agevolerà nuovi acquisti, indirizzando la maggiore disponibilità di denaro verso i consumi così favorendo la domanda di oli extra vergine di oliva di qualità italiana sul mercato internazionale.
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