VERONA - I vitigni italiani conquistano sempre più appeal, al punto di essere preferiti a quelli stranieri. E il Prosecco è la prima scelta dei 'wine lover' esteri rispetto allo Champagne. E' il risultato dell'indagine a cura del nuovo 'Osservatorio Mercati terzi' di Business Strategies/Nomisma-Wine Monitor.
La ricerca, presentata oggi a veronafiere duranta la seconda giornata del 49/o Vinitaly nel corso del convegno 'Obiettivo export a 50 miliardi di Euro: quali strade per la promozione?', organizzato da Business Strategies in collaborazione con il ministero delle Politiche Agricole, è stata realizzata su un campione di 3.800 giovani residenti negli Stati di New York, Illinois, California, Miami, Oregon. Si tratta dei cosiddetti 'Millennials', la Generazione Y (20-35 anni) che sostituirà i 'Baby Boomer' tra i top buyer americani, che dimostrano di prediligere il made in Italy ai vini francesi, e adorano gli abbinamenti cibo-vino.
"Gli Stati Uniti - ha detto il direttore area agroalimentare di Nomisma, Denis Pantini - non sono per nulla un mercato maturo per i vini italiani: è ancora forte la concentrazione dei consumi di vino, che si raggruppa perlopiù in 5 Stati; inoltre, dei 350 milioni di abitanti gli enoappassionati sono solo il 44%". Infine il vino incide per appena il 10% tra le bevande alcoliche, con la birra all'80%. "Detto questo - ha aggiunto - è fortissimo il brand Italia presso i nuovi consumatori Usa, specie tra una categoria, quella dei Millennials, che rappresenta il più grande gruppo demografico (21% della popolazione) dopo i Baby Boomers (50-68 anni, 24% della popolazione)".
Dopo la California (46%), è italiano (35,6%) il vino più amato dai figli dei baby boomer, riconosciuto per eleganza (20%) e versatilità (15%) ma soprattutto per la sua qualità (29%); lontani Francia (30,2%), Spagna (22,4%), Argentina (14,1), Cile e Australia. Non c'è partita nemmeno nei testa a testa, con il 44% dei giovani consumatori americani che ritiene i vini italiani qualitativamente superiori a quelli francesi, mentre solo 3 su 100 preferiscono i vini transalpini.
Il Belpaese vince il confronto anche con i concorrenti extraeuropei, battendo l'Australia con un indice di gradimento del 58% e superando anche l'Argentina per oltre la metà degli intervistati (53%). L'osservatorio Business Strategies/Nomisma si sofferma poi sul grado di conoscenza da parte dei Millennials delle regioni vinicole italiane, e qui stravince la Toscana con il 27% delle prime risposte; poi Veneto e Sicilia (16%) e Piemonte (12%). Nota a parte merita il Prosecco, vero must per la Generazione Y al punto da risultare per il 42% una prima scelta di grande qualità nelle abitudini sparkling delle serate newyorkesi, che solo in alternativa alle bollicine venete ordinerebbe Champagne o altri spumanti italiani (39%).
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