ROMA - Dalla realizzazione di un semplice diario della terapia alla partecipazione alle attività 'psicoludiche', il farmacista ospedaliero è sempre più un supporto per i pazienti oncologici. Diversi esempi di attività sono stati presentati durante il simposio 'Nuove sinergie tra farmacista ospedaliero e paziente oncologico' organizzato da Teva Italia all'interno del programma del congresso della Società Italiana Farmacisti Ospedalieri (Sifo).
All'istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, ad esempio, ha spiegato la farmacista Patrizia Nardulli, sono state realizzate delle monografie dedicate alle modalità di assunzione, agli effetti collaterali e alle eventuali interazioni dei farmaci, e i farmacisti ospedalieri fanno attività di consulenza in reparto e partecipano alle attivitá psicoludiche. "Il problema dell'aderenza è diventato evidente con le nuove terapie orali - ha spiegato l'esperta -, che ad alcuni pazienti 'non sembravano vere', essendo abituati a quelle per infusione. La nostra prima iniziativa è stata proprio un report sulle terapie, chiedevamo ai pazienti di riportarci le confezioni usate per verificare l'aderenza".
Anche un semplice diario della terapia, ha spiegato Alberto Costantini della Asl di Pescara, può aiutare il medico a capire perchè il paziente in un dato giorno non ha preso le medicine, e quali sono i suoi effetti avversi. "Ad esempio un paziente una volta aveva preso le pillole tutti i giorni tranne uno - ha raccontato l'esperto -, perchè era il suo compleanno, e almeno per quel giorno voleva sentirsi bene. Ora stiamo passando dal diario cartaceo alla app".
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