Mal di testa anche per 20-30 giorni al mese, un dolore spesso lancinante che segna tutta la vita. Un ricordo indelebile che si protrae dalla tenera età, con ricordi sin dall'asilo. E che accompagna i momenti più importanti, dal matrimonio di un figlio alla nascita dei nipotini. Quella di Lara Merighi, Coordinatrice Laica di Al.Ce. Group Italia (Alleanza Cefalalgici Fondazione Cirna Onlus), è una storia come quella di tante altre persone con cefalea o emicrania. Fatta di coraggio e voglia di guardare oltre la malattia. "Mi occupo delle pazienti e in qualche modo così anche di me stessa-spiega-ci sono le donne ma anche gli uomini. Questi ultimi, che comunque esistono, sono a mio parere ancora più svantaggiati : perché il mal di testa nell'immaginario collettivo è affisso, 'attaccato', a una persona che non ha voglia di lavorare, che trova scuse per non onorare certi impegni, e' considerato una malattia al femminile, quindi non è ritenuto possibile che un uomo abbia mal di testa".
"La mia storia -aggiunge - e' quella di tutte le persone che soffrono di questa malattia, che iniziano ad averla in tenera età, che a scuola iniziano ad avere dei problemi, a volte con le insegnanti. Molte interrompono gli studi e se li fanno e' sempre con sempre grande difficoltà. Perché sono sempre come 'marchiate a fuoco' da questa inaffidabilità che viene loro attribuita. E poi c'è la fatica di vivere tutta la vita: io personalmente ho finito il ciclo della vita impegnativa, ho cresciuto tre figli seppure con grandi difficoltà. I colleghi a lavoro mi hanno sempre sostenuto, ma molte persone hanno grosse difficoltà con i colleghi e i datori di lavoro. Una delle domande tipiche e' 'Anche oggi hai mal di testa?': ma in quei giorni stiamo a casa perché invasi da un dolore insopportabile, facciamo fatica a mantenere l'equilibrio, con la cefalea a grappolo dobbiamo toglierci dalla vista degli altri, perché abbiamo un dolore che spacca la testa, un ferro rovente dentro all'occhio. Come si può vivere in mezzo alla società?". "La qualità di vita -conclude- e' per fortuna migliorata anche grazie a nuove terapie, come gli anticorpi monoclonali, studiati per noi, le cui sperimentazioni hanno dato ottimi risultati".
In collaborazione con:
Novartis