"La proposta di legge per l'aggiornamento della legge sull'Hiv-Aids è stata depositata a fine 2018, l'iter è stato fortemente rallentato dalla pandemia. Ora il testo è incardinato in Commissione affari sociali della Camera, dove si sta svolgendo un ciclo di audizioni che saranno completate a gennaio. Speriamo di portare in aula la legge nei primi mesi del 2022". Così il primo firmatario della pdl per l'aggiornamento della legge 135 del 1990, Mauro D'Attis, intervenuto all'evento "L'HIV 40 anni dopo", promosso da Gilead Sciences.
Da quando la prima legge sull'Aids è stata approvata, nel 1990, ha precisato Paola Boldrini, vice presidente Commissione Sanità del Senato e promotrice dell'Intergruppo parlamentare sulle cronicità, "la società, i mezzi di informazione, le capacità di cura e la ricerca farmacologica hanno fatto passi da gigante. Dobbiamo adeguare la norma, perché questa malattia diventerà in prospettiva sempre più a tutti gli effetti una malattia cronica".
Parlare oggi di Hiv nel momento in cui tutto sembra essere schiacciato dalla pandemia Covid, ha sottolineato Fabiola Bologna, segretario Commissione Affari sociali della Camera, "è molto importante. Uno degli obiettivi della proposta di legge, è quello di favorire la diagnosi. Per questo prevede l'eliminazione dell'obbligo autorizzazione da parte del genitore o tutore legale per effettuare il test tra i 16 e i 18 anni. Questo potrebbe migliorare molto l'emersione di casi sommersi tra i giovanissimi, che sono la fascia di età in cui si registra un aumento delle infezioni".
Intanto, però, in Senato si sta discutendo la legge di Bilancio. "In questa sede - conclude ha D'Attis, che presiede l'Intergruppo parlamentare 'L’Italia ferma l'Aids - stiamo sostenendo la necessità, attraverso un emendamento ad hoc, di prevedere fondi mirati per l'Hiv. Perché per fare ricerca, offrire cure e informazione servono anche i soldi, e ne arriveranno con il Pnrr".
In collaborazione con:
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