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Cyberbullismo, vittime 4 bambini e ragazzi disabili su 10

Indagine DiTe a Premio PreSa.Nel mirino chi ha disturbi psichici

Roma ANSAcom

Oltre il 35% dei bambini e dei ragazzi con disabilità ha subito almeno un episodio di violenza di tipo fisico, emotivo, sessuale, psicologica o verbale da quando utilizza i social, i servizi di messaggistica o i giochi online. È quanto emerge dall’indagine presentata in occasione della consegna del Premio PreSa 2022, promosso dal network editoriale PreSa-Prevenzione Salute e dalla Fondazione Mesit, consegnato oggi a Palazzo Wedekind a Roma. L'indagine è stata condotta online su un campione di 1.000 ragazzi tra gli 8 e i 17 anni dall'Associazione nazionale dipendenze tecnologiche e cyberbullismo (Di.Te), tramite il portale www.dipendenze.com. Nel mirino dei cyberbulli soprattutto chi è affetto da disturbi mentali (39%) e difficoltà cognitive (31%).

Limitazioni fisiche e malattie croniche invece rappresentano il 30% del campione dei soggetti che vengono aggrediti su internet. "Dilagano abusi e dipendenze web: non basta condannare, serve formazione obbligatoria a scuola", chiarisce lo psicologo Giuseppe Lavenia, presidente dell'Associazione Di.Te. e responsabile del portale dipendenze.com. "I risultati dimostrano ancora una volta che il web non è un posto per bambini e che bisogna attivare un 'patentino digitale', previa formazione, per creare consapevolezza in bambini e genitori prima dell'acquisto dello smartphone - precisa Lavenia - è necessario portare in aula l'educazione alla salute e alla prevenzione, informando anche sui pericoli e le opportunità del web. Deve essere materia obbligatoria e con pari dignità delle altre". "La tecnologia - commenta il presidente della Fondazione Mesit Marco Trabucco Aurilio - ha cambiato la nostra vita in meglio da molti punti di vista, inclusi i progressi della medicina con un indiscutibile vantaggio per la qualità di vita dei pazienti. Ma questi progressi devono essere accompagnati da un cambio di paradigma, da una vera e propria rivoluzione culturale che passi da percorsi formativi e da un approccio più consapevole alla tecnologia soprattutto per le fasce più fragili e a rischio della popolazione a partire da minori e disabili".

In collaborazione con:
Fondazione Mesit

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