ROMA - Allevamenti con telecamere per controllare da remoto il benessere degli animali della filiera zootecnica, che vengono alimentati con mangimi ogm-free. Una scelta che, in termini di maggiori costi tra controlli e certificazione, vale oltre 13 milioni di euro ogni anno.
Sono alcune delle scelte che Coop ha deciso di compiere per garantire la qualità delle proprie produzioni di carni, a cui si aggiunge la campagna 'Alleviamo la salute' contro la resistenza degli antibiotici. A gennaio 2017, infatti, Coop ha chiesto ai propri fornitori di installare delle telecamere negli allevamenti e nei macelli, prassi comune già all'estero. Un impegno che parte da lontano, visto che nel 2010 Coop aveva ottenuto un riconoscimento dall'associazione Compassion in World Farming, per aver deciso di vendere solo uova di galline allevate a terra, estendendo a tutto l'assortimento quanto aveva già fatto nel 2003 per le proprie a marchio.
''La politica di Coop è sempre stata quella di avere al suo fianco fornitori consapevoli e coinvolti in processi produttivi e gestionali rigorosi'', puntualizza Maura Latini direttore generale Coop Italia che, in merito agli antibiotici negli allevamenti precisa che non è possibile vietarne o superarne completamente l'uso perché la cura dell'animale è una priorità, ma lo si può ridurre in modo drastico a favore della salute delle persone.
''La nostra è una campagna contro 'l'antibiotico resistenza' - sottolinea Stefano Bassi, Presidente Ancc-Coop (l'Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori)- e al tempo stesso una campagna di trasparenza che permetterà a chi vuole consumare carne di avere tutti gli elementi per scegliere e in quest'ottica stiamo lavorando per creare già dai prossimi mesi un circuito di 'Allevamenti Aperti' che i soci Coop potranno visitare''.
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