ROMA - Ogni anno in Italia si registrano circa 5.600 nuovi casi di mieloma multiplo, un tumore del sangue che colpisce soprattutto dopo i 50 anni, con una concentrazione maggiore dopo i 65 anni. La malattia è caratterizzate dalla crescita incontrollata delle cellule deputate alla produzione di anticorpi (le cosiddette plasmacellule), che infiltrano il midollo osseo e rilasciano una proteina anomala facilmente identificabile, nella maggior parte dei casi, con un semplice esame del sangue. Il mieloma, dunque, nasce e si sviluppa a causa di modificazioni genetiche che insorgono durante la maturazione finale di cellule immunitarie del sangue (cellule B) deputate alla produzione degli anticorpi, le plasmacellule. Il nome 'multiplo' deriva dal fatto che la malattia è presente in molte delle sedi in cui è attivo il midollo osseo.
- Le cellule che formano il mieloma hanno spesso notevoli differenze nelle caratteristiche genetiche, perciò i sintomi e il modo in cui la malattia progredisce possono essere molto diversi da paziente a paziente, rendendo il tumore un bersaglio difficile da identificare e da trattare.
- Le cause non sono ben note e si tratta di una patologia dell'età avanzata: l'età media alla diagnosi è di circa 68 anni e il 38% dei malati ha oltre 70 anni. In Italia il mieloma multiplo costituisce l'1,2-1,3 % di tutti i tumori, con 9,5 casi per 100.000 abitanti fra gli uomini e 8,1 ogni 100.000 fra le donne. Ogni anno si registrano circa 2300 nuovi casi fra gli uomini, 2100 fra le donne. L'incidenza è stabile e la mortalità in lieve calo, tuttavia si tratta di una patologia grave.
-L'EVOLUZIONE DELLA TERAPIA: LA RIVOLUZIONE DEGLI ANTICORPI NOMOCLONALI
-Per lungo tempo è stato possibile intervenire solo con i farmaci chemioterapici e solo negli ultimi dieci anni la ricerca ha portato a significativi progressi scientifici poiché sono stati messi a disposizione farmaci più specifici per il mieloma. Da quando la ricerca si muove nel campo degli anticorpi monoclonali, si sta inaugurando per il mieloma una fase completamente nuova e si aprono prospettive estremamente interessanti anche per i pazienti che in precedenza hanno ricevuto numerose linee di trattamento. Gli anticorpi monoclonali possono migliorare il controllo e la remissione della malattia e la sopravvivenza . La sfida dei prossimi anni sarà capire in dettaglio come associarli e come utilizzarli al meglio.
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