ROMA, 29 MAG - Un milione di persone al mondo, e oltre 25mila solo in Italia, attendono una cura per la sclerosi multipla, ovvero presentano una forma progressiva della malattia per la quale non ci sono farmaci efficaci. A fare il punto sulla ricerca in materia è il congresso dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e della sua Fondazione (Fism), che, anche grazie sul 5 per mille, negli ultimi tre anni hanno investito ben 20 milioni di euro per finanziare studi scientifici.
Dalle staminali alla genetica, dalla tecnologia alla riabilitazione: "ad esser stati presentati, di fronte a circa 250 ricercatori internazionali - afferma Paola Zaratin, direttore Ricerca Scientifica di Aism e Fism - sono 31 progetti terminati nel 2016, per un totale di 60 studi pubblicati su riviste scientifiche. La prima sfida è quella dello sviluppo di trattamenti verso forme progressive, ancora orfane di terapie efficaci". Tra le strategie su cui la ricerca sta puntando è la rimielinizzazione, la possibilità cioè di invertire il processo, tipico della sclerosi multipla, che porta alla progressiva riduzione della mielina, ovvero il rivestimento protettivo intorno alle fibre nervose. Se da questo punto di vista, alcune ricerche procedono sul fronte delle staminali, altre puntano sulla riparazione endogena. "Nel cervello delle persone con sclerosi multipla - spiega Catherine Lubetzki, direttrice Dipartimento malattie del sistema nervoso dell'Hôpital Pitié-Salpêtrière, a Parigi - alcune lesioni vengono riparate spontaneamente, ma questa capacità diminuisce con il progredire della malattia. Un obiettivo è quindi quello di cercare farmaci per promuovere questa capacità endogena. Per esempio gli anticorpi monoclonali anti-Lingo hanno dimostrato buoni risultati nei modelli animali ma stanno dando risultati discordanti nelle prime sperimentazioni umane". Intanto oggi, dal direttore Dipartimento Ricerca e Innovazione del ministero della Salute, Giovanni Leonardi, è arrivato l'impegno a una "collaborazione sinergica tra pubblico e privato per promuovere ricerca e il suo impatto sull'assistenza dei malati".
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