ROMA - La ricetta per salvare il pianeta passa innanzitutto da un minore individualismo e da una presa di responsabilità riguardo alla 'casa comune'. A proporla, nel libro 'Ecologia del diritto' scritto insieme a Fritjof Capra, è Ugo Mattei, che ricopre la cattedra Alfred and Hanna Fromm di International and Comparative Law allo Hastings College of the Law dell'Università della California ed è professore ordinario di Diritto civile all'Università di Torino.
"Bisogna recuperare una dimensione meno individualizzata e fortemente relazionale - ha spiegato Mattei alla presentazione del libro -, è un processo culturale importante da compiere ed è importante che questo venga fatto attraverso quello che chiamiamo 'alfabetizzazione ecologica' fin dall'età infantile, mentre oggi siamo molto dissociati rispetto ai processi naturali. E' importante che ognuno si renda conto che non è un individuo onnipotente le cui preferenze sono libere al 100% ma abbiamo responsabilità verso i nostri vicini e verso chi verrà dopo di noi, questo lo si può fare soltanto sviluppando l'idea che questa è la casa di tutti".
Nel libro, spiega Mattei, si analizza il rapporto tra scienza e diritto nella storia. "Nei tempi più antichi giuristi e scienziati erano parte di un'unica 'koinè', non specialistica, che rifletteva insieme sulle stesse cose - precisa Mattei -. Nel libro tracciamo in parallelo questa evoluzione del pensiero giurisprudenziale e di quello scientifico intorno alla nozione di legge, e questa evoluzione presenta parallelismi interessanti, molto spesso gli stessi soggetti erano sia giuristi che scienziati".
La proposta, sottolinea però il giurista, non è di un ritorno al passato. "Non è un libro con ricette reazionarie, è un libro che cerca di stare sulle spalle di un'esperienza avvenuta, e cerca di capire se le idee dominanti ancora servano al giorno d'oggi. Quando son state sviluppate ancora servivano nell'interesse di una umanità che doveva accumulare capitale per partire in una certa direzione di civilizzazione, oggi sono necessarie delle regole del gioco che in qualche modo creino dei processi virtuosi che portano alla trasformazione del capitale che abbiamo in beni comuni, perchè i nostri beni comuni sono tutti fortemente in sofferenza".
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