MILANO - Pirelli e il Politecnico di Milano hanno siglato il rinnovo del programma Joint Labs per lo sviluppo di soluzioni innovative nell'ambito dei pneumatici. L'accordo, del valore di oltre 1,5 milioni milioni di euro, è stato firmato dall'amministratore delegato del gruppo Pirelli, Marco Tronchetti Provera, e dal rettore dell'ateneo milanese, Ferruccio Resta. L'utilizzo di "nanocariche" per la produzione di coperture a basso impatto ambientale e sonoro, lo studio di algoritmi a supporto del chip contenuto nelle gomme Pirelli ("cyber tyre") per estrarre informazioni utili al controllo intelligente dei veicoli e lo sviluppo di materiali innovativi (polimeri) in grado di proteggere gli pneumatici sono alcune delle "sfide" che Pirelli e il Politecnico di Milano si propongono di affrontare nella nuova fase del programma, che avrà durata triennale (2017-2020).
Si va verso pneumatici con strutture tecnologiche sempre più sofisticate, per dare maggiore sicurezza nel rispetto di tutte le regole ambientali, e verso una innovazione che ci porterà sempre più a far 'parlare' le gomme con il sistema di controllo della vettura e quindi con chi la guida" ha spiegato Tronchetti Provera. "Le sfide che sta vivendo il settore dell'automotive, sono sempre più grandi. Stiamo attraversando una trasformazione senza precedenti, dove l'automazione e la connettività la fanno da padrone. In un contesto così dinamico è fondamentale lavorare a stretto contatto con gli enti di ricerca e le università più avanzate al mondo, ed il Politecnico è certamente una di queste" ha proseguito il numero uno di Pirelli, definendo "strategico" l'accordo con l'ateneo milanese.
Partito nel 2011, in sei anni il programma Joint Labs ha generato 9 famiglie di brevetti e 20 pubblicazioni su testate scientifiche internazionali. "Ma il risultato che più mi piace - ha sottolineato il rettore del Politecnico di Milano - è l'assunzione in Pirelli di 10 nostri studenti che hanno lavorato a questo programma". Nel futuro, ha aggiunto Resta, "un ruolo centrale spetterà alla mobilità, chiamata a ridisegnare non solo gli orizzonti tecnologici, ma gli interi contesti urbani": una sfida che, insieme a quella dell'auto elettrica "non deve coglierci impreparati" ha concluso il rettore.
In collaborazione con: