"Se vogliamo affrontare in modo serio e concreto le sfide ambientali e sociali complesse che abbiamo davanti dobbiamo ragionare in termini di valore più che di volumi, in una logica di economia circolare con al centro la qualità del suolo e dell'acqua". Lo ha spiegato l'amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli sottolineando che l'azienda è stata pioniera nella bioeconomia. L'occasione è stata la presentazione di una ricerca scientifica che conferma la biodegradabilità marina del Mater-bi.
"In meno di un secolo siamo passati da un pianeta vuoto a un pianeta pieno dal punto di vista della popolazione, delle concentrazioni di gas serra nell'atmosfera, delle quantità di prodotti immessi sul mercato" ha aggiunto Bastioli rilevando che anche l'inquinamento del mare è stato provocato da "moltissimi anni di incoscienza". Nell'osservare che "l'80% dei rifiuti in mare deriva dalla cattiva gestione sulla terra", l'a.d. di Novamont ha puntato l'indice contro "il modello di sviluppo" che deve cambiare e "passare attraverso un approccio sistemico".
Bastioli ha indicato l'importanza della "rigenerazione del suolo" e di ridare "humus di qualità, con il duplice effetto di contrastare la perdita di fertilità e di massimizzare il carbon sink. Un approccio - ha spiegato - che permette al contempo di prevenire l'inquinamento delle acque, per l'80% imputabile alla cattiva gestione dei rifiuti sulla terra". La tecnologia, ad avviso della manager, "deve avere una funzione trasformativa, rigenerativa e contributiva. E' necessaria ma non sufficiente per un cambio di paradigma. Serve saggezza, in un contesto di ecosostenibilità, smettere di pensare ad una crescita illimitata e ridisegnare la produzione". Fra le varie ricerche, Novamont sta anche cercando di "sviluppare i bioerbicidi" ha annunciato Bastioli.
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Novamont