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Un colpo alla testa nel parco, ucciso capo ultras Lazio

Fu arrestato per droga. Pd, si spara in strada, serve sicurezza

Un solo colpo alla testa, preciso e diretto all'altezza dell'orecchio sinistro, mentre era seduto su una panchina. E' morto così Fabrizio Piscitelli, 53 anni, conosciuto come Diabolik, capo per lungo tempo della Curva Nord di cui è stato egemone e in cui con gli Irriducibili ha sdoganato la politica, quella di estrema destra. Quella di Piscitelli è stata un'esecuzione consumatasi al Parco degli Acquedotti, un'area verde che sembra già agro romano: avvicinato alle spalle, raggiunto da un solo colpo da chi sapeva che non poteva sbagliare. Forse stava aspettando qualcuno. Un omicidio che potrebbe essere legato alla droga o ad uno sgarbo fatto ai clan che gestiscono il malaffare nella Capitale. Sembra un regolamento di conti in piena regola, nel cuore di Roma, una città che ripiomba nel terrore delle sparatorie in strada. "L'ennesimo gravissimo fatto di cronaca nera nella Capitale come tanti che stanno avvenendo nel Paese - tuona la vicesegretaria del Pd, Paola De Micheli -. Salvini non garantisce nessuna sicurezza, per lui è solo un fallimento. Lasci il Viminale".

"Siamo tornati a descrivere una Capitale da Romanzo Criminale", chiosa il capogruppo di Forza Italia in Campidoglio, Davide Bordoni. E' finita con un colpo in testa, dunque, la più che ventennale carriera criminale di Diabolik, il cui nome è comparso negli scorsi anni anche sulle carte di Mondo di Mezzo. Una carriera fatta di traffico di droga e anche di un avventuroso tentativo di scalata della Lazio. Protagonista anche di feroci contestazioni contro il patron Claudio Lotito e di vergognose iniziative che hanno sporcato la curva laziale di antisemitismo. Ad indagare sull'omicidio la Squadra Mobile e i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia. In procura, a Roma, è stato aperto un fascicolo di indagine, al momento a carico di ignoti, coordinato dal pm di turno esterno e da quello della Dda. Il parco degli Acquedotti, lo stesso dove fu fermato ed iniziò il calvario di Stefano Cucchi, benché molto vasto è anche molto frequentato soprattutto da runner e persone in bicicletta. Per questo la polizia sta raccogliendo le testimonianze per cercare di dare un volto a chi ha sparato a Piscitelli.

Al momento sono state ascoltate due persone, un uomo e una donna, che si trovavano sul posto quando è scattato l'agguato. Il killer, secondo una prima ricostruzione, era vestito da runner, proprio per confondersi con le decine di persone che frequentano il parco ogni giorno. Sul posto sono arrivati amici, parenti e tifosi laziali. A terra, sotto una coperta termica, il corpo senza vita di Piscitelli. "È un momento di grande dolore, non mi fate parlare. Ho rispetto del vostro lavoro, ma voi dovete rispettare me", le parole della sorella Angela a stemperare la tensione che si era creata poco prima con i giornalisti. Intanto sui social si moltiplicano, di minuto in minuto, gli omaggi all'ex capo ultras, sia da parte dei laziali, ma anche dei rivali romanisti o delle tifoserie straniere. "Il tuo nome, le tue gesta, il tuo vivere ultras resterà eterno", scrivono alcuni. Un tifoso giallorosso, però, ricorda gli adesivi antisemiti affissi in Cura Sud con l'immagine di Anna Frank e scrive: "Adesso vacci tu sui santini mortuari. Firmato: Anna Frank".

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