''Una Chiesa traboccante di compassione d'amore, che sappia distinguere il peccato dal peccatore'' e suscitare ''l'impazienza della carità'''. E' il messaggio che il neo cardinale di Ancona Edoardo Menichelli,il primo nella storia della città, ha lanciato ai fedeli nella sua prima messa da cardinale, celebrata questa sera. Una folla enorme lo ha accolto nella cattedrale di San Ciriaco, appena rientrato da Roma dopo l'ordinazione da parte di papa Francesco. Il cappotto nero di sempre sull'abito rosso, Menichelli è stato applaudito sul sagrato da tante persone in attesa da ore: per prima cosa ha salutato l'autista del pullman che l'ha riportato a casa, poi il presidente della Regione Gian Mario Spacca e le autorità. Una battuta per i fotografi - ''scattate a raffica perché non dovete più risparmiare sui rullini vero?'' - quindi, una volta raggiunta la navata, l'abbraccio con molti dei circa 70 sacerdoti della Diocesi, lunghissimo quello con il compagno di scuola don Dino Albanesi.
Fra i presenti anche i vescovi di Fermo mons. Luigi Conti, Fabriano mons. Vecerrica e il vescovo emerito di Macerata mons. Giuliodori, il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli e la presidente della provincia Liana Serrani. ''Quello che sono oggi nella Chiesa - ha esordito Menichelli invitando tutti a pregare per lui - è anche merito vostro, di questa comunità che mi ha accolto''. ''Sono contento che quello che avevo scritto qualche giorno fa, preparando questa omelia, oggi il Papa lo ha detto a tutti'' commentando il Vangelo sulla guarigione del lebbroso. ''Siamo dentro una malattia, una rovina, un triste fardello: il peccato del cacciare via tutti, da ogni parte. Si caccia il peccatore, il separato, il divorziato, lo straniero, il povero''.
La parola è ''discriminazione'', e corre attraverso ''percorsi grandi di separatezza''. Ma la salvezza di Cristo, ha ricordato il cardinale, ''non ha passaporti di privilegio. Cristo ha liberato la coscienza, e la incontra nei percorsi di misericordia''. Menichelli ha avuto parole dure nei confronti di due pericoli: la presunta autosufficienza del ''sistema sacrale'' da una parte e le ''ingiustizie sociali'' dall'altra. Mentre la Chiesa deve essere ''lieta e coraggiosa, una chiesa 'strana', come diceva don Orione, estranea alla mondanità ma mai estranea alle sofferenze del mondo''. Capace appunto di ''suscitare l'impazienza della carità'', con compassione e ''tenerezza''.
L'arcivescovo di Ancona Osimo è stato ordinato cardinale del papa a San Pietro, insieme ad altri 19 porporati. "Quella cardinalizia è certamente una dignità, ma non è onorifica" ha detto papa Francesco. "Cardine non è qualcosa di accessorio" ma é "perno, punto di appoggio e di movimento essenziale per la vita della comunità". A festeggiare Menichelli un migliaio di fedeli della Diocesi e anche la presidente della Camera Laura Boldrini. Il neo cardinale ha anche il tiolo dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a Tor Fiorenza, nella Diocesi di Roma, e diventa presidente della Conferenza episcopale marchigiana.
Edoardo Menichelli in un'intervista al Sir si racconta come pastore per i poveri che da ragazzo, rimasto orfano, ha fatto anche il pastore delle pecore a quattro zampe. Sarà elettore in un eventuale conclave. Vescovo di Ancona dal 2004, è nato a Serripola di San Severino Marche nel '39, prete dal '65, dopo alcuni incarichi come viceparroco, è approdato in Vaticano nel '68, prima come officiale presso la Segnatura apostolica, e poi come addetto di segreteria alla Congregazione per le chiese orientali, come segretario dell'allora prefetto, il cardinale Achille Silvestrini. In quegli stessi anni e' stato cooperante presso in una parrocchia romana e collaboratore del consultorio familiare della facoltà di Medicina al Gemelli. Al sinodo sulla famiglia dello scorso autunno e' stato relatore a uno dei circoli minori di lingua italiana.
Non sarò un principe della Chiesa - ''Per carita' non chiamatemi eminenza, o principe della Chiesa'' aveva detto Menichelli incontrando gli studenti del liceo Rinaldini di Ancona nella sua prima uscita pubblica dopo l'annuncio della nomina. ''Il vero onore sta nel servizio e la grandezza nella semplicita'. Il cardinalato non e' un sacramento ma un servizio, e ho bisogno del vostro aiuto e della vostra amicizia per
svolgerlo nel modo migliore. Il rosso della porpora sta ad indicare il martirio e il dono della propria vita al servizio
del Papa e della Chiesa, che io non sento come un peso ma come una grazia''.