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INTERVISTA/ Venezia: Popolizio, emozionante essere Monaldo

Dal film di Martone su Leopardi a Sindona, al teatro con Ronconi

(ANSA) - RECANATI (MACERATA), 30 AGO - "Che emozione interpretare Monaldo Leopardi a Recanati, stare nella sua biblioteca, aprire la finestra (sulla piazzola del Sabato del Villaggio, ndr) e vedere lo stesso scorcio che vedeva lui 200 anni anni fa, sedere alla sua scrivania, toccare i suoi libri.
    In una scena apro il chiavistello dello scaffale dei libri proibiti per prendere un manuale di anatomia". A parlare è Massimo Popolizio, attore di teatro, cinema e fiction, che interpreta il padre di Giacomo Leopardi nel film "Il giovane favoloso" di Mario Martone, in concorso a Venezia e nelle sale a ottobre.
    La pellicola, realizzata da Palomar e Rai Cinema, con contributi di Regione Marche, Marche Film Commission e di un gruppo di imprenditori marchigiani, è stata girata in parte a Recanati, il "natio borgo selvaggio" del poeta. "E dato che sono Monaldo - spiega Popolizio - ho fatto tutte le mie scene a Recanati. E' stato un evento eccezionale, non capita spesso di girare nei veri luoghi storici". A Recanati ha scoperto che "Monaldo è tenuto più in considerazione di Giacomo, è quasi un papa, la gente ancora oggi lo ricorda e lo ammira". Forse per via dell'apertura al pubblico, da lui voluta, della sterminata biblioteca di Palazzo Leopardi. "Ma il primo giorno non si presentò nessuno" sorride Popolizio, dimostrando di essersi ben documentato, anche grazie ai racconto degli ultimi discendenti di Giacomo, che ancora oggi abitano a Palazzo Leopardi.
    Quanto al Monaldo che vedremo nel film, sceneggiato dallo stesso Martone e da Ippolita Di Maio, "non è certo un padre padrone", ma un padre amorevole, che vuole essere il migliore amico del figlio, "che ha molte aspettative su di lui legate allo studio e al sapere". La scena iniziale è "un flashback, una serata davanti ai notabili del paese durante la quale Giacomo bambino deve risolvere all'impronta un problema di matematica postogli dal padre sul guadagno di un mezzadro che ha comperato un certo quantitativo di sementi per un una certa estensione di campi". Serate che si svolgevano veramente in un sala ancora oggi visitabile: i giovani Leopardi dovevano dimostrare i progressi fatti nello studio, sotto la guida del padre. Un amore protettivo ("ci sono scene con Giacomo bimbo in cui Monaldo gli taglia la carne o lo aiuta a fare pipì, mentre la madre è molto meno 'fisica'") ma anche "soffocante, e da cui Giacomo vorrà prendere le distanze" allontanandosi da Recanati.
    Oltre alla sale cinematografiche con il film di Martone, Popolizio approderà sul piccolo schermo in autunno con la fiction "Qualunque cosa succeda" sul caso Ambrosoli in onda su Rai Uno, con regia di Alberto Negrin, tratta dal libro di Umberto Ambrosoli. Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore delle Banca Privata Italiana ucciso da un sicario nel 1979, sarà Pierfrancesco Favino, Popolizio il banchiere Michele Sindona, condannato per quell'omicidio e ucciso in carcere. "Ho messo a frutto le origini siciliane di mia madre - racconta - per perfezionale l'accento". Una svolta drastica rispetto al nobile provinciale Monaldo Leopardi per affrontare un personaggio camaleontico, un ruolo fatto "per metà di conversazioni al telefono dall'Hotel Pierre di New York".
    Camaleontico perché nella fiction Sindona mostrerà una straordinaria capacità di adattarsi agli interlocutori: "mafioso con i boss mafiosi, uomo delle istituzioni quando serve, politico con i politici, banchiere e venditore con gli uomini d'affari".
    A dicembre l'attore apparirà nel prossimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo e nel gennaio 2015 nella monumentale "Lehman Trilogy" di Stefano Massini, messa in scena da Luca Ronconi al Piccolo di Milano. Storia di 160 anni di capitalismo, dalla fondazione della Lehman Brothers a metà '800 da tre fratelli tedeschi emigrati in America (Popolizio, Massimo De Francovich e Fabrizio Gifuni), sino al fallimento del 2008. "Andrà in scena in due parti separate in serate diverse - spiega Popolizio -, ma in alcune sere le due parti saranno rappresentate di seguito, per una durata di circa 4 ore e mezza. Il tutto per 55 recite".
    (ANSA).
   

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