(ANSA) - BOLOGNA, 30 OTT - Un tappeto da cui prendere il volo. Attrezzi su cui arrampicarsi assumendo pose impossibili.
Da un lato il televisore dove ripassare le coreografie, dall'altro una ragazza fa la messa in piega a tante parrucche.
In sottofondo, il rumore delle lavatrici mentre in un angolo si gonfiano palloncini. Bologna, Unipol Arena, benvenuti nel 'ventre' del Cirque du Soleil che ha portato in Emilia - dopo Roma - lo spettacolo 'Quidam'.
Per spostare questo enorme circo che per tendone ha un palazzetto servono diciannove camion. Uno solo è necessario per i vestiti: pezzi fatti a mano, su misura per ogni artista che valgono - spiegano - due milioni di dollari. Prima della trasfigurazione, delle lunghe sessioni di trucco che li farà diventare le creature volanti che incanteranno l'arena, i 45 ragazzi che realizzano lo show vivono sulla terra, si snodano sul tappeto con a fianco un Iphone, ascoltano musica. Una contorsionista con i tratti orientali si impone allo sguardo volteggiando poco lontano senza che nessuno di loro ci faccia troppo caso. Esercizi che si scandiscono a turno, per ore, con l'orologio che segna il tempo fino alle 20 esatte.
Ancora più dietro le quinte, l'arte è quella degli altri 45 uomini e donne che si occupano dello show: sarti, parrucchieri, truccatrici, macchinisti. Una ragazza brasiliana sta riverniciando le scarpe: vengono ricolorate almeno una volta a settimana, colpa dei faretti e dei tanti piccoli buchi sul palco che le rovinano; una sarta - francese - sistema un vestito.
Dietro, c'è il muro di lavatrici: se le portano sempre dietro anche queste e sugli oblò un cartello ricorda che si possono usare solo per i vestiti di scena. Dev'essere forte la tentazione di usarle per tutti i vestiti.
In tutto sono 23 i Paesi rappresentati. C'è anche un pezzo dello show fatto per metà da acrobati russi e per metà da ucraini. Ma nelle prove, gli scontri, in inglese, sono solo per una presa poco precisa o un atterraggio difficoltoso. (ANSA).